L'amicizia oltre le barriere. Relazioni amicali di giovani con disabilità motoria
Metodologia di ricerca: narrazione, identità, amicizia
Per questa indagine, date le finalità conoscitive del mio progetto di ricerca, ho utilizzato metodi qualitativi che permettono di comprendere la realtà sociale vissuta dagli individui e ne sottolineano gli aspetti intenzionali, motivazionali ed interazionali.
Come affermato nei diversi manuali di metodologia, gli aspetti caratteristici che contraddistinguono la ricerca qualitativa sono:
- il ricorso esclusivo a procedure di raccolta di informazioni non standardizzate o a un livello basso di standardizzazione (osservazione partecipante, colloqui informali, interviste libere, guidate, storie di vita, ecc.), applicate su un numero limitato di casi assunti come "tipici" o "significativi";
- il ricorso a procedure informali di analisi delle informazioni raccolte
Per raccogliere le informazioni necessarie ho svolto alcune interviste, servendomi dei racconti di vita o dell'intervista guidata, in modo variabile, a seconda dei casi.
Con entrambi gli strumenti, durante le conversazioni, ho provato a pormi sulla stessa linea degli intervistati e ad adottare il loro punto di vista, tentando di comprendere le ragioni del loro agire e i significati ad esso attribuiti.
Nella prospettiva della ricerca qualitativa il ricercatore deve cercare di spogliarsi dei propri schemi esegetici per non imporre alcun modello interpretativo a priori, essere oggettivo nell'osservazione e allo stesso tempo mantenere la consapevolezza che i racconti e l'analisi prodotte sono sempre il frutto di un processo di costruzione sociale della realtà messo in atto dai protagonisti delle conversazioni. Infatti "il discorso si muove sempre e comunque nella dinamica io - altro e non può mai sfuggire alla sua natura relazionale" e l'esito finale dell'interazione tra i due interlocutori è una costruzione congiunta di significato, che passa necessariamente attraverso una negoziazione delle reciproche identità e dell'accordo su quanto narrato.
Per la maggior parte delle interviste ho seguito il modello dei racconti di vita: con una traccia di temi da affrontare ho raccolto le esperienze e i pareri personali degli informatori, guidando e filtrando con rilanci e spunti le informazioni che mi venivano date, in modo che queste rispondessero il più possibile ai miei interessi di conoscenza.
A volte però l'elemento narrativo, che caratterizza i racconti di vita, veniva meno, sia per una scarsa abitudine alla narrazione dei miei interlocutori, sia per la difficoltà a trattare un tema solitamente poco analizzato e molto introspettivo. In questi casi mi sono servita dell'intervista guidata e ho utilizzato una traccia di domande organizzate, con il solo obiettivo di “orientare” l'interlocutore sugli aspetti più importanti, e proposte in modo alquanto elastico. Questo mi ha permesso di affrontare le questioni predefinite dal disegno di ricerca e ottenere risposte piuttosto esaurienti, garantendo sempre una buona autonomia all'intervistato nel rispondere e raccontare.
Con le interviste narrative ho avuto la possibilità di ottenere l'interpretazione personale della vita e del suo quotidiano svolgersi, elementi di particolare rilevanza per l'oggetto della mia ricerca. L'amicizia infatti, fa parte della quotidianità dell'individuo, le sue dinamiche poggiano sul sapere di senso comune, sul quale raramente ci si sofferma a riflettere, e vengono spesso considerate "naturali" e date per scontate. Le esperienze della realtà sociale quotidiana, come l'amicizia, vengono interiorizzate mediante il processo di socializzazione e solitamente ciò avviene in modo inconsapevole e automatico.
Obiettivo del sociologo è rilevare la natura sociale della realtà quotidiana, che viene alla luce nel momento in cui gli individui si raccontano e prendono consapevolezza dei loro atteggiamenti, dei comportamenti e delle pratiche messe in atto, decostruendo così il dato per scontato.
È importante tenere conto che nei soggetti da me intervistati, a causa della disabilità motoria, il processo di socializzazione e interiorizzazione di alcuni automatismi può avere subito anomalie o presentare delle specificità, anche se queste non sono da dare per assodate. Assume quindi maggior rilievo il racconto e la l'analisi personale che compongono le interviste, dato che si vuole cogliere se e come l'amicizia è stata introiettata e in che modo è vissuta. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'amicizia oltre le barriere. Relazioni amicali di giovani con disabilità motoria
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Alessandria |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Comunicazione Inteculturale |
Relatore: | Antonella Meo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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