Internazionalizzazione e performance nelle aziende manifatturiere italiane quotate

Gli obiettivi attribuiti al processo di espansione internazionale sono la crescita delle imprese e il miglioramento della redditività dell'impresa; le strategie di internazionalizzazione potrebbero avere effetti differenziali sulle diverse dimensioni di performance. Vari ricercatori sono stati impegnati nell'analisi delle diverse strategie di diversificazione e dei loro effetti sui livelli di performance delle imprese (Chandler, Barney, 1991); essi individuano il vantaggio competitivo con l'utilizzo delle risorse interne di un'azienda e con la ferma volontà di generare economie di scopo per l'uso di queste risorse, che quindi produrrà una maggiore redditività. L'espansione internazionale avviene in modo incrementale in funzione delle risorse e conoscenze che si acquisiscono strada facendo; a volte quindi una strategia precede l'utilizzo dell'altra e viceversa. Confrontare export e investimenti diretti esteri coinvolge i diversi costi relativi, alcuni dei quali sono irrecuperabili, mentre altri variano secondo il volume delle vendite (come i costi di trasporto e le tariffe); come strategia alternativa ad entrambe abbiamo la licenza o contratto con le imprese estere per produrre e vendere i loro prodotti. Export e investimento diretto estero sono come due poli di una medesima problematica; la prima risponde ad una logica di mercato mentre la seconda ad una logica non di mercato; hanno un rapporto quindi di diretta sostituibilità sia per quanto riguarda la determinazione di condizioni di efficienza nella produzione a livello mondiale sia sul fatto che lo sviluppo degli investimenti diretti esteri tende ad avvenire a scapito del volume del commercio internazionale. Si può concludere che l'esportazione è la forma privilegiata di internazionalizzazione solo finché esistono ostacoli al trasferimento dei fattori produttivi tra paesi.

L'esportazione è un modo relativamente facile e veloce per entrare in mercati stranieri, in quanto richiede bassi livelli di impegno e di rischio; inoltre è anche una strategia facile da implementare perché non richiede di affrontare la complessità di creare una controllata estera. L'export è quindi una strategia meno rischiosa in quanto permette alla società di ritirarsi da un mercato estero in cui vi sia instabilità politica e/o variazioni delle condizioni di mercato; ciò conferisce all'azienda maggiore flessibilità nel regolare la sua presenza geografica e i volumi di esportazioni prodotte. L'export avviene con strategie di vendita diretta o tramite agenti di esportazione per i clienti in nuovi mercati geografici; l'esportazione comporta minori costi irrecuperabili, ma un aumento dei costi per unità. I volumi di vendite maggiori consentono inoltre di realizzare economie di scala e aumentare la produttività del lavoro e l'efficienza di gestione (Kogut, 1985; Grant, Jammine e Thomas, 1988), con notevoli risparmi di costi e un diretto contributo alla redditività dell'impresa. Le attività di esportazione hanno non solo un impatto positivo sulla redditività dell'impresa ma danno anche l'opportunità per sviluppare concomitante new knowledge e network con i vari clienti e partner istituzionali sui diversi mercati che a sua volta permette di perseguire migliori strategie globali di espansione internazionale e quindi fungere da trampolino di lancio per una maggiore crescita beneficiando della diversificazione geografica.