Media e cittadinanza europea
Media Literacy: l'alfabetizzazione mediatica per comprendere l'UE
La Media Literacy rappresenta un contributo essenziale allo sviluppo culturale ed al progresso di una società democratica, e le politiche educative di numerosi paesi cominciano ormai a tenere conto di questa nuova esigenza. La Direttiva sui Servizi Audiovisivi fornisce una chiara definizione di cosa si intenda per Media Literacy: "l'alfabetizzazione mediatica si riferisce alle competenze, alle conoscenze e alla comprensione che consentono ai consumatori di utilizzare i media in modo efficace e sicuro. Le persone in possesso di un'alfabetizzazione mediatica sono in grado di operare le loro scelte con cognizione di causa, comprendere la natura dei contenuti e dei servizi e di avvalersi dell'intera gamma di opportunità offerte dalle nuove tecnologie delle comunicazioni. Essi sono maggiormente in grado di proteggere se stessi e le loro famiglie contro i contenuti nocivi o offensivi. Si dovrebbe pertanto promuovere lo sviluppo della Media Literacy in tutti i settori della società e seguirne attentamente i suoi progressi" (Commissione Europea, 2011). In Europa questa necessità è condivisa anche dalle istituzioni comunitarie.
L'Unione europea si è prefissa l'obiettivo di divenire entro il 2010 la società dell'informazione più avanzata al mondo. Per contribuire al raggiungimento di questo fine, nel contesto socio-economico, culturale e tecnologico corrente, promuovere attività di Media Literacy risulta una scelta decisiva della quale l'UE riconosce il valore strategico (Commissione Europea, 2005). Al Summit di Lisbona del marzo del 2000 l'Europa si era proposta di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo di fare dell'Unione Europea la società più dinamica e competitiva del mondo basata sulla conoscenza (Consiglio europeo, 2000). Tra gli atti comunitari più rilevanti in questo contesto ricordiamo, oltre alla Comunicazione della Commissione Europea sulla Media Literacy "A European approach to media literacy in the digital environment” (Commissione Europea, 2007), la Direttiva "Audiovisual Media Services Directive” (Commissione Europea, 2007), la Comunicazione "i2010-Annual Information Society Report 2007” (Commissione Europea 2007) che, illustra le rapide trasformazioni del panorama digitale in cui opera l'iniziativa ‘i-2010' e che rappresenta un invito ad agire, raccomandando il sostegno al dibattito sul pluralismo dei media e alla Media Literacy; la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla protezione dei minori in relazione alla competitività dell'industria europea dei servizi audiovisivi e dell'informazione on-line del 2006 che ribadisce il contenuto della precedente Raccomandazione – 98/560/EC – ed estende la sua portata così da coprire la "media education”, raccomandando agli Stati membri di prendere le misure necessarie alla protezione dei minori e alla tutela della dignità umana in tutti i servizi audiovisivi e dell'informazione on-line; la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sul patrimonio cinematografico e sulla competitività delle attività industriali connesse del 2005; la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sulle competenze chiave per la formazione permanente del dicembre 2006 che fornisce una definizione di competenza digitale; la Risoluzione del Consiglio sui contenuti dei media interattivi in Europa del 19 dicembre 2002, la Decisione del Parlamento Europeo 2002/0303 che evidenzia progressi nella comprensione del concetto di "digital literacy”, definendola come «una delle competenze essenziali necessarie per partecipare attivamente nella società della conoscenza e nella cultura dei nuovi media. Si riferisce alla Media Literacy e alla competenza sociale, in quanto hanno obiettivi comuni, quali la cittadinanza attiva e l'uso responsabile delle ICT».
Oltre che nei documenti ufficiali, questa necessità è stata ribadita a più riprese anche in occasione di conferenze ad alto livello. Ad esempio il Commissario europeo responsabile della Società dell'informazione e dei media, la lussemburghese Viviane Reding, ha sintetizzato dichiarando che "al giorno d'oggi l'educazione ai media è di importanza vitale per poter esercitare una cittadinanza piena e attiva, così come lo è stata l'alfabetizzazione all'inizio del XIX secolo”(Reding,2006). L'Europa di questo secolo ha bisogno quindi di cittadini europei che abbiano acquisito nuovi saperi. Non è più sufficiente saper scrivere, leggere e far di conto. Nel contesto nel quale viviamo è divenuto indispensabile imparare a leggere e scrivere con i media. Le stesse convinzioni sono state affermate dall'UNESCO: perché la società dell'informazione sia una società pluralista, inclusiva e partecipativa è più che mai necessario fornire a tutti i cittadini, ed in particolare ai giovani, le competenze per saper decifrare l'informazione, prenderne le distanze necessarie per un'analisi critica, utilizzarla ed essere essi stessi produttori di contenuti(UNESCO,1999) . La necessità di una nuova alfabetizzazione non potrà limitarsi agli aspetti inderogabili dell'istruzione formale, ma dovrà abbracciare prospettive e discipline diverse: la dimensione economica, educativa, culturale e sociale, la linguistica, la psicologia, gli aspetti della tecnologia e tanti altri per offrire una risposta efficace cogliendo le opportunità offerte dallo sviluppo delle nuove reti di comunicazione che popolano l'universo dei media. In questo senso, l'educazione ai media si presenta come una risposta formativa, filosofica, politica e civica e si traduce in una proposta irrinunciabile nel lungo periodo che dovrebbe essere adottata dai governi europei per garantire lo stato sociale e di diritto (Rivoltella, 2007).
L'adozione di un simile approccio riflette peraltro il modello europeo di sviluppo del settore audiovisivo, che si è evoluto sulla base del principio che i servizi prestati ai telespettatori vanno considerati nella loro duplice valenza commerciale e culturale. Basta pensare ad esempio al modello di Stato che gestisce il servizio pubblico in cambio del pagamento di un canone diffusosi da noi. Ed è opportuno ribadire l'importanza che i media rivestono per la formazione dell'opinione pubblica e la salvaguardia della democrazia (Consiglio d'Europa, 2008).
L'Europa quindi, rispetto ad esempio agli Stati Uniti che nel periodo post-bellico hanno visto il passaggio delle tecnologie, alla base della radio e della televisione, da un utilizzo bellico ad uno privato e quasi esclusivamente commerciale, risulta meglio attrezzata per concentrarsi sulle problematiche che stanno alla base di un'introduzione sistematica dell'educazione ai media in ambito scolastico ed extra-scolastico. Peraltro, l'impegno delle istituzioni comunitarie, Commissione Europea e Parlamento Europeo in primo luogo, ma anche di organizzazioni quali l'UNESCO ed il Consiglio d'Europa, nonché della società civile, della scuola e della governance di alcuni media sta visibilmente crescendo attorno alla Media Literacy (EAVI, 2004).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Media e cittadinanza europea
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Informazioni tesi
Autore: | Adolfo Fabrizio Colagiovanni |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master di II livello in Programmazione Comunitari G. Sedati |
Anno: | 2011 |
Docente/Relatore: | Bagarani Massimo |
Istituito da: | Università degli Studi del Molise |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 38 |
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