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Gli effetti della microgravità sull'espressione genica, l'invecchiamento, lo stress ossidativo e l'apoptosi

Meccanismi di apoptosi

Ci sono due vie principali dell'apoptosi dette estrinseche e intrinseche e un’altra via chiamata via perforina/granzima; tutte le vie sono caratterizzate da segnali specifici che portano ad una cascata di eventi molecolari. Per quanto riguarda la via estrinseca (Figura 3.1) le segnalazioni sono di tipo esterno e agiscono su dei recettori transmembrana TNFr (Locksley et al., 2001).

I vari recettori TNFr condividono un dominio esterno alla membrana stessa contenente il sito per il legame della molecola segnale, un dominio transmembrana e un dominio intra-citoplasmatico della lunghezza di circa 80 amminoacidi che sporge nel citosol, detto dominio di morte (Ashkenazi & Dixit, 1998). I ligandi sono specifici per ogni recettore e possiamo includere FasL/FasR, TNF-α/TNFR1, Apo3L/DR3, Apo2L/DR4 e Apo2L/DR5 (Ashkenazi & Dixit, 1998).
Quando il “segnale di morte” viene recepito dal dominio extracellulare questo segnale causa una modifica conformazionale nel dominio di morte intracellulare portando alla formazione di un complesso multiproteico con altre proteine citosoliche, come TRADD (TNF receptor- associated death domain) o FADD (Fas receptor-associated death domain) (Hsu et al., 1995; Wajant, 2002). L'associazione di FADD con il dominio della morte di Fas si traduce nella formazione del complesso di segnalazione inducente la morte (DISC) (Kischkel et al., 1995). Quindi, DISC recluta la caspasi-8 che viene attivata e rappresenta un segnale iniziatore degli eventi apoptotici a valle (Li et al., 1998). La caspasi-8 attivata media l’attivazione di altre caspasi attivando la caspasi-3, attraverso la scissione proteolitica, che penetra nel nucleo cellulare dove opera il taglio a livello dei residui di Asp 117 e Asp 224 di ICAD (Inhibitor of Caspase-Activated DNase), che è associato ad una DNasi (Tang & Kidd, 1998; Sakahira et al., 1998). Il taglio di ICAD libera la DNasi la quale degrada il DNA intranucleosomico, determinando la morte cellulare (Liu et al., 1997; Nagata, 2000). L'apoptosi può essere inibita attraverso una proteina chiamata c-FLIP che si legherà a FADD e alla caspasi-8, inattivandoli (Kataoka et al., 1998; Scaffidi et al., 1999).

 
La via intrinseca dell’apoptosi parte dai mitocondri e si attiva in risposta alla presenza di stimoli intracellulari come la presenza di mutazioni o infezioni virali. Per esempio, se il DNA ha subito un danno che non viene rapidamente riparato la proteina p53, chiamata “guardiane del genoma”, induce la trascrizione di geni i cui prodotti sono coinvolti nell’apoptosi di origine mitocondriale (Amaral et al., 2010). La via intrinseca (Figura 3.2) dell’apoptosi porta alla fuoriuscita del citocromo c dallo spazio intermembrana dei mitocondri nel citosol (Saelens et al., 2004) dove forma un complesso (apoptosoma) con altre proteine citosoliche e una terza caspasi, la caspasi 9, che risulterà attivata, attivando a sua volta la caspasi 3 (Hill et al., 2004).

Oltre al citocromo c dallo spazio intermembrana dei mitocondri possono uscire le seguenti proteine pro- apoptotiche: AIF, endonucleasi G e CAD (Caspase-Activated DNase) (Saelens et al., 2004). Il rilascio di queste proteine è un evento tardivo che avviene solo se la cellula ha iniziato il suo processo di morte. Una volta rilasciato AIF trasloca nel nucleo, frammenta il DNA ed effettua la condensazione della cromatina nucleare periferica (Joza et al., 2001). L'endonucleasi G trasloca anch’essa nel nucleo dove scinde la cromatina nucleare per produrre frammenti di DNA (L. Y. Li et al., 2001). AIF e l’endonucleasi G agiscono entrambi in modo indipendente dalla caspasi. La CAD viene rilasciata successivamente dai mitocondri e trasloca nel nucleo dove, dopo la scissione da parte della caspasi-3, porta alla frammentazione del DNA e ad una condensazione più marcata della cromatina (Enari et al., 1998). Il controllo e la regolazione di questi eventi avvengono mediante le proteine Bcl-2 (Cory & Adams, 2002). L’ultima via apoptotica è quella usata dai linfociti T citotossici (CTL) CD8+ i quali uccidono le cellule bersaglio contaminate da virus, batteri o cellule tumorali attraverso la via estrinseca mediante l'interazione FasL/FasR, generando una risposta immunitaria cellulare (Brunner et al., 2003).
 
Un secondo modo per indurre apoptosi da parte dei linfociti T citotossici è quello di usare la secrezione di perforina che consente di creare dei pori nella membrana della cellula bersaglio, con un successivo rilascio esofitico di granuli citoplasmatici da parte dei CTL, attraverso i pori creati, nella cellula bersaglio (Trapani & Smyth, 2002). Le serina proteasi granzima A e granzima B sono i componenti più importanti all'interno dei granuli (Pardo et al., 2004). La penetrazione della granzima B e della granzima A mediata dalla perforina nelle cellule bersaglio innesca una cascata apoptotica che porta alla morte delle cellule bersaglio (Pardo et al., 2004).

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Gli effetti della microgravità sull'espressione genica, l'invecchiamento, lo stress ossidativo e l'apoptosi

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Informazioni tesi

  Autore: Jessica Pidalà
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Scienze Biologiche
  Corso: Scienze biologiche
  Relatore: Roberta Meschini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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Parole chiave

spazio
apoptosi
gravità
stress ossidativo
espressione genica
microgravità
cellule carcerogene
cellule timiche

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