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Trattamento delle complicanze dopo EVAR in pazienti affetti da AAA: analisi retrospettiva dopo 12 anni d'esperienza

Materiali e metodi dell’analisi sui pazienti trattati mediante EVAR per aneurisma

I dati relativi a tutti i pazienti trattati mediante EVAR per aneurisma dell'aorta addominale dal 1997 al 2009 presso la Divisione di Chirurgia Vascolare dell’Università di Roma Tor Vergata (212 pazienti), sono stati raccolti in forma anonima in un data base; l'unico criterio di esclusione è stato un follow-up inferiore a 12 mesi. La selezione dei pazienti idonei e non alla procedura EVAR è stata effettuata secondo le linee guida del TEAM italiano definite precedentemente (tabella 3). Le informazioni preoperatorie, operatorie e di follow-up di questo studio sono state successivamente introdotte in un database per la casistica nazionale. La diagnostica pre-operatoria in ciascun paziente ha previsto: esami ematochimici, RX torace in 2 proiezioni, ECG, Prove di funzionalità respiratoria, nonché ecodoppler dei vasi epiaortici e degli arti inferiori. È stata inoltre eseguita un’angio-TC pre-procedurale per lo studio anatomico e per le misurazioni atte a scegliere la protesi più idonea e tutti i pazienti sono stati sottoposto a FKT respiratoria pre- e post-operatoria.

Una attenta valutazione anestesiologica e cardiologia è stata effettuata al fine di identificare i fattori di rischio (definiti in accordo con le linee guida del SVS/ISCVS) e schematizzare il rischio operatorio secondo la classificazione dell’American Society of Anesthesiology (ASA) riportata in tabella 7 e 8.
La terapia anticoagulate è stata sostituita con eparina a basso peso molecolare al momento del ricovero, mentre la terapia antiaggregante è stata sospesa 12 ore prima della procedura e reintrodotta 12 ore dopo il posizionamento del graft; la terapia anti-ipertensiva è stata somministrata fino alla mattina dell’intervento; la terapia antibiotica è stata somministrata secondo scemi così detti “short term” (somministrazione del farmaco dal giorno prima al giorno successivo alla procedura) o “very short term” (singola somministrazione antibiotica 30 minuti prima della procedura).
Durante il follow-up tutti i pazienti sono stati sottoposti a eco-color-Doppler e angio-TC, dopo 1- 3- 6- 12 mesi e in seguito con cadenza annuale; mentre l'angiografia è stata eseguita solo in casi selezionati al fine di studiare e trattare eventuali complicanze riscontrate con l'immaging di primo livello (tabella 4). I dati ottenuti dall'immaging durante il follow-up sono stati raccolti nel data base riportando la presenza di eventuali complicanze, la data dell'esame ed il tipo di diagnostica utilizzata al fine di evidenziare eventuali differenze nella sensibilità e specificità della tecnica ultrasonografica rispetto a quella TC.

In presenza di complicazioni, indicative di insuccesso dell’EVAR, l’indicazione per la conversione è stata stabilita dopo la valutazione di praticabilità di una procedura endovascolare secondaria e in accordo con la scelta del paziente quando idoneo alla chirurgia open. Sono state considerate le complicanze inerenti la tecnica procedurale (migrazioni, endoleak, kinking, stoke, ischemia spinale, eventi ischemici periferici), il graft (disconnessioni, rottura, dissecazione, erosione del vaso…), complicanze di natura sistemica, le infezioni.

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Trattamento delle complicanze dopo EVAR in pazienti affetti da AAA: analisi retrospettiva dopo 12 anni d'esperienza

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Karel
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Medicina e Chirurgia
  Relatore: Arnaldo  Ippoliti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 159

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