Manu Chao e Rokia Traoré: porte-paroles della canzone plurilingue
Manu Chao e Rokia Traoré: due nomadi della canzone
Manu Chao
Il suo vero nome è José Manuel Arthur Chao, nato il 21 giugno 1961 nel quindicesimo arrondissement di Parigi, cresciuto tra le periferie di Boulogne e Sèvres in un ambiente multietnico, data la presenza numerosa di Arabi, Armeni, Portoghesi e Spagnoli.
Non è una rock star ma un trobadeur che da piccolo giocava a calcio con il mappamondo. Non ama stare al centro dell'attenzione, preferisce isolarsi, mettersi in disparte e vivere ai margini. Anzi, questa è per lui una condizione indispensabile al fine di osservare la società e scrivere canzoni. Per scrivere, infatti, bisogna essere in grado di vedere. Cittadino del mondo e uomo del presente, Manu è un giramundo inarrestabile che ha esplorato palmo a palmo le Americhe del Nord e del Sud, trasformando l'amore per la strada in una filosofia di vita: la strada è per il cantante un luogo d'incontro e veridicità.
É un'artista capace di ritrovare nella gente una poesia autentica, da cui attingere per creare la propria. Nella canzone El viento il cantante celebra quest'erranza perenne che abbraccia ogni cosa: l'uomo, la fortuna e le frontiere che vanno e vengono. Manu si distingue per la sua grande capacità di entrare in relazione con l'altro: ha compreso la fragilità umana, ed, in particolare, quella dei poveri e senza documenti. Figlio di diverse culture, saltella tra le fila ordite della sua storia: galiziano di padre, esplora la poesia di un Brasile marcato dalla penisola iberica; Basco di madre, sprofonda nei meandri del Messico; francese di nascita, Manu papillonne nel rock alternativo degli anni ottanta. È un uomo che ha remixato le proprie componenti culturali, ricollocando la latinità al centro della geopolitica planetaria.
Sperimentatore di identità, si ritrova nelle figure dei più deboli, degli emarginati e in tutto ciò che è alternativo. Musicalmente rientra nel genere del rock latino critico, riflessivo, influenzato dal rap, rhythm n’blues, salsa, e, in particolare, dal reggae di Bob Marley, a cui dedica la canzone Mr. Bobby. Di tutte queste influenze trae il ritmo, l'autenticità, il sentimento dell'America latina, il calore intenso della sua gente povera e sfruttata. Reinventa la musica popolare: la Patchanga, musica dei villaggi della Catalogna, si arricchisce di un suono punk, divenendo Pachanka. Si avverte anche l'influenza degli Zortzicos baschi, e quella araba, come si sente in Denia, canzone dal testo e dai toni arabeggianti. Il suo è un unico canto, un grido e una presa di coscienza delle ingiustizie sociali: all'interno di questo canto antico si alternano varie lingue creando un linguaggio ribelle ed universale, con cui unire i popoli.
I suoi concerti sono festa, spettacolo, elettricità ed il suo messaggio è allettante per il pubblico: la città di Tijuana diventa un coktail di tequila sexo e marijuana. Tijuana, sede del muro innalzato dagli USA per proteggersi dalla povertà e dall'emigrazione latina, é simbolo delle contraddizioni americane. Illecita ma creativa, la città rispecchia perfettamente questo artista.
L'ironia é un ingrediente della sua festa: ironizza persino sull'epidemia della mucca pazza, sintomo della malnutrizione e degli appetiti del capitale: bailamos la vaca loca, este ritmo terminal. La sua, infatti, non è allegria, ma malegria, fusione tra malinconia per ciò che vede intorno e la sua carica, che trasforma l'indignazione in un sound gioioso. La sua discografia conta 4 album, e 3 live: definiti carnets de route, questi itinerari di viaggio presentano una grande varietà di temi e sottotemi, relativi alla multiculturalità. Questo universo di tolleranza e incontro razziale si concretizza nel riferimento ai diversi luoghi della geografia mondiale. Questa tematica caratterizza l'intero canzoniere dell'artista. Accanto a questa costante é possibile individuare altre tematiche come l'immigrazione e l'alienazione: l'immigrato illegale, descritto nelle sue difficoltà, é un fantasma perduto nella grande città.
Il clandestino diventa simbolo d'ingiustizia, incomprensione e solitudine, problemi universali a cui reagire con uno spirito di fratellanza. L'alcool, la droga e la mafia costituiscono il leitmotiv del canzoniere, così come la natura, il cibo, le relazioni interpersonali, il tempo e la musica. L'alcool e la droga sono motivo di piacere e mezzo per alleviare dolore e sofferenza. Per parlare di entrambi l'artista tende alla concretizzazione: l'alcool é tequila o gerez, la droga marijuana o hashish, chiamati in diversi modi come maria e chinita, accezione messicana. Consapevole del controllo della mafia sul mercato della droga, Chao è a favore della legalizzazione.
Il legame dell'artista con la natura é estremamente benefico, rimedio alla metropoli. Nelle sue canzoni, l'artista si muove spesso nel mondo naturale in senso letterale o metaforico: “por tus tierras adentro, so me tumbé bajo el sol”. Per quanto riguarda lo spazio urbano il cantante cammina per la città: nella Despedida passeggia, ad esempio, per la Granvia, definita charquito de arribal, in Clandestino si dirige verso la città del nord. In Marea il cibo è visto come ricchezza culturale di una determinata zona, oltre che come necessità.
All'interno del complesso delle relazioni interpersonali l'amore occupa un ruolo primario. Quest'ultimo é visto nelle sue varie sfaccettature: felicità, intrigo, corrispondenza, passione, giochi seduttivi ed infine dolore. Papito è un esempio di amore puro e felice, mentre La Chinita mette in risalto la componente erotica, dando luogo a molti giochi di parole. Mi vida e La despedida ritraggono la parte più struggente dell'amore. La despedida, in particolare, è basata sulla contraddizione tra il desiderio di dimenticare la donna amata e l'impossibilità di farlo.
Altro tema abbordato è il tempo, che in Papito si esprime nell'idea che la notte finisce in fretta. Chao canta, infatti, que no muera la noche, perché vuole godere a pieno del momento che sta vivendo, ma sa già che questo finirà presto. L'elencazione costante di fusi orari pone, inoltre, l'accento sulla relatività del tempo legandolo a luoghi geografici, con connotazioni politiche. La Primavera è, infatti, un concentrato di fusi orari. La musica è vista come mezzo di evasione dalla cruda realtà oltre che come arma per combattere le ingiustizie. Il cantante tende, inoltre, ad associare la musica alla danza.
Il suo primo album, Clandestino, del 1998, sorprende il pubblico che scopre il cantante in un registro più intimista rispetto al passato con la Mano Negra. Ciò fornisce una connotazione profonda alla sua carica ed energia. L'album esprime lo spirito di Rio de Janeiro, città in cui comincia a realizzarlo. Celebre è la canzone Minha galera, gruppo del tutto casuale del quartiere di S. Teresa, con cui Manu inizia a registrare le sue canzoni. Il ritmo allegro e delicato del brano é espressione dell'amata paresse carioca. Prolungamento di Clandestino è Proxima estación: esperanza, un album gioioso, eccessivo e folle il cui titolo fa riferimento ad una stazione metropolitana di Madrid. All'interno di un mosaico linguistico, risalta la canzone Homens, realizzata in collaborazione con una rapper brasiliana: il brano mostra lo stato d'animo dell'artista francese che si sente rinascere in America Latina. Il live di Radio Bemba rompe con gli album precedenti per un sound più rock e punk, che elettrizza anche i brani più sentimentali trasmettendo un senso di festa assoluta.
Siberie m’ètait contèe è un album parigino, senza sembianze latine, accompagnato da un libro di poesie illustrate, più o meno prosaiche, che danno un tocco di freschezza e originalità. Questo omaggio a Parigi é stato realizzato in collaborazione con l'artista polacco Wozniak: sotto un velo di semplicità infantile i due artisti lanciano battute pungenti. Alcune canzoni, come Petit jardin sono registrate nel corso degli anni in giro per il mondo, altre, invece, sono composte di getto durante le notti trascorse insieme con Wozniak.
L'album, dedicato a tutti i pescatori del fiume Amore, presenta un'atmosfera familiare e piena di colori, con un début vivace e un finale nostalgico. Nell'album La Radiolina, del 2007, troviamo il brano Raining in paradize, prova di coerenza artistica di Manu Chao, nemico dei potenti e dei corrotti della politica. Interessante è il brano La vida es una tombola, dedicato a Maradona, un uomo vittima del suo successo. Maradona è un esempio della vita dettata dal caso che in qualunque momento ti spinge a godere l'intensità di un momento, ponendosi al di sopra del bene e del male.
Si susseguono due live: il primo, Proxima estación: Estacion Mexico, è un viaggio da Por ti (libertad) a Bienvenida a Tijuana, El hoyo e El desaparecido. L'album si arricchisce di musiche originali, versioni inedite, deviazioni verso il futuro e ritorno alle origini. Il secondo live, registrato nel 2009, si intitola Baionarena in cui spicca il brano Rumba de Barcelona che insieme a Me llaman calle rappresenta un omaggio a questa città e alla sua vita calletera.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Firullo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Culture Europee ed Extra Europee |
Relatore: | Maria Catena Tiberio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 126 |
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