''Remember the Light, Believe in the Light'': il teatro di Sarah Kane.

Come anticipato, il secondo gruppo di opere che andrò ad analizzare è composto da Cleansed e Crave. La dicotomia ottimismo/pessimismo è rappresentata mediante l’attenzione posta dall’autrice all'immagine, attraverso l’allestimento scenico, nella prima e alla parola musicale nella seconda.

Cleansed (Purificati nella versione italiana) è cronologicamente il terzo lavoro teatrale, escludendo i monologhi inediti, di Sarah Kane. Pur avendo diretto gli adattamenti di due classici (Phaedra’s Love 1996 e Woyzeck 1997) ed un cortometraggio per la televisione (Skin 1997), non mancarono critiche e polemiche da parte dei "censori", che hanno visto in questo nuovo lavoro una ripresa dei temi affrontati in Blasted.
Alcuni continuavano a considerarla "a naughty schoolgirl trying to shock" anche se fortunatamente i toni delle recensioni non alzarono il polverone di qualche anno prima, al debutto di Blasted. Anzi, se da un lato continuava ad esserci l’ostinata volontà di aderenza ai canoni secondo cui la prima opera fu giudicata, dall’altro si cominciò a guardare al lavoro di Kane in maniera più profonda, tanto che una testata apertamente conservatrice come il Daily Express espresse il proprio giudizio in modo molto più serio e professionale:

this feverish work has a bizarre integrity to it and feeling that it has been ripped
fresh from a hellish personal vision and night mare landscape.

Il valore della rappresentazione veniva riconosciuto senza intentare la solita caccia alle streghe, ormai ampiamente superata e sdrammatizzata tra più dal titolo eloquente di questa recente recensione scritta per la versione americana di Blasted: "Who’s afraid of Sarah Kane?".
In scena per la prima volta nell’aprile del 1998 sul palco principale del Royal Court Theatre, Cleansed è un lavoro scritto nel 1997 mentre l’autrice dirigeva per il Gate Theatre una versione del Woyzeck di Büchner. Il dramma tedesco è indicato esplicitamente come la fonte principale dell’opera, da cui ha mutuato la struttura: venti scene che si intrecciano tra loro attraverso un incastro millimetrico ricercato minuziosamente grazie alla successione delle quattro storie parallele frammentate che compongono il tessuto narrativo dell’opera.