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Una piattaforma adattativa in ambiente cloud per la transcodifica e per la memorizzazione di file video

Lossy o Lossless?

L'obiettivo di ogni progettista di codec dovrebbe essere di mantenere la qualità audio e video e allo stesso tempo comprimere lo spazio il più possibile. Ma questi 2 fattori sono inversamente proporzionali, ovvero maggiore è la qualità maggiore è lo spazio occupato e viceversa, quindi lo scopo del progettista diventa trovare un algoritmo che abbia il miglior compromesso tra qualità, compressione e velocità di esecuzione. Le tecniche di compressione video (ma questo vale per gli algoritmi di compressione in generale) possono essere suddivise in due grandi categorie:
• Le tecniche cosiddette “lossless”, nelle quali la compressione è un processo perfettamente reversibile che avviene senza perdita di informazione e dove video originale e video decompresso sono identici in tutti i dettagli;
• Le tecniche “lossy” o tecniche di compressione non reversibile, nelle quali video compresso e decompresso non sono più identici in quanto al momento della compressione sono state volutamente eliminate alcune informazioni ritenute “sacrificabili”.
Le tecniche “lossy” sono le più diffuse per la compressione del multimediale, ed infatti appartengono a questa categoria le codifiche MPEG (1, 2 e 4), il Divx, l’Xvid, l’MP3. Invece generalmente le tecniche di compressione “lossless” vengono utilizzate nella compressione dei documenti (zip, rar, ecc. . . ) o nelmultimediale nella gestione di materiale sia per l’editing (audio e video) che per l’archiviazione sicura. Da un punto di vista teorico lamassima qualità si otterrebbe facendo uso di video non compresso,ma passando alla pratica ci si scontra subito con due problemi fondamentali: il video non compresso occupa troppo spazio ed inoltre richiede prestazioni elevate per il corretto funzionamento (soprattutto per quanto riguarda la velocità dell’Hard Disk).
Quando si parla di codec video si parla soprattutto di codec lossy. I metodi di compressione di dati di tipo lossy sono quelli in cui i dati prima compressi e poi decompressi sono diversi dagli originali, ma sono “abbastanza somiglianti” per essere utili a seconda dei casi. Il vantaggio dei metodi lossy è che producono file molto più piccoli rispetto ai metodi lossless, pur mantenendo i requisiti di qualità minima dell’applicazione.
Questo tipo di compressione è spesso usata in Internet e specialmente nello streaming di dati multimediali e nelle applicazioni di videotelefonia. Quando un utente acquisisce un file compresso lossy (per esempio per ridurre il tempo di download da Internet) il file ricevuto può essere molto diverso dall’originale a livello di bit ma può essere indistinguibile alle orecchie o agli occhi umani per la maggior parte degli utilizzi.
Ecco perché sugli scaffali dei negozi si trovano DVD (che è codificato con MPEG-2, lossy) e non cassetteMini-DV o DV-CAM (lossless). Eppure per i non addetti ai lavori il DVD è considerato video ad alta qualità. Su Internet vengono venduti MP3
(lossy) e non tracce audio CDA o file WAV (lossless). Anche i nuovi supporti di alta definizione (Blu-Ray e HD-DVD) fanno uso di codec lossy e in particolare del codec H.264/AVC, il codec video della specifica standard definita nell’MPEG-4 part-10.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Una piattaforma adattativa in ambiente cloud per la transcodifica e per la memorizzazione di file video

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Carullo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria informatica
  Relatore: Simon Pietro Romano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 201

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