Il Paesaggio Urbano nella Letteratura Inglese del '900
Londra “frammentata”
La rappresentazione della città fornita da Eliot rispecchia appieno gli ideali del Modernismo che la vedevano deformata dai rapidi cambiamenti della società moderna. Il racconto di Londra nel The Waste Land è segnato da tutte le tematiche centrali della corrente letteraria, compreso l’effetto della Grande Guerra sulla sensibilità degli autori. Lo stesso Eliot, il quale fece esperienza del conflitto durante i suoi studi europei, tenne in considerazione gli effetti catastrofici del dopoguerra nella rappresentazione cittadina all’interno del suo poema:
What is the city over the mountains
Cracks and reforms and bursts in the violet air Falling towers Jerusalem Athens Alexandria
Vienna London
Unreal
(Eliot 1922)
In questo passaggio Eliot universalizza Londra a tutte le altre esperienze urbane, sia contemporanee sia antiche, esaltando il cosmopolitismo della società moderna e la potenza aggregatrice della capitale britannica. Londra è l’archetipo di tutte le altre città costruite dall’uomo, come Gerusalemme, Atene, Alexandra, Vienna, diventando così una sorta di “torre di Babele”, il cui destino è ugualmente quello di cadere: Falling Towers.
Il tema centrale del poema risulta essere la frammentazione, percepita sia nello stile in cui Eliot scrive, sia nelle immagini che vengono create, questo è utile a rappresentare la vita quotidiana della città e il nuovo ordine delle cose attraverso le tecniche del collage e della juxtaposition. Il lavoro di Eliot si avvalora anche dell’utilizzo di citazioni interne al testo, principalmente provenienti dalla Divina Commedia, dalle opere di Shakespeare e da Baudelaire, aumentando la sensazione di trovarsi in un labirinto letterario difficile da decifrare. Si è già visto come l’autore americano, nelle sue teorizzazioni sul criticismo e maggiormente nel saggio Tradition and the Individual Talent, abbia più volte sottolineato l’importanza della tradizione, specificando come “il senso della storia costringe un uomo a scrivere non solo con la propria generazione nelle ossa”. La sua città diventa così un luogo che prescinde dallo spazio e dal tempo e che riflette l’incoerenza dell’esperienza cittadina. L’essenza del poema urbano in The Waste Land si traduce appieno nella prima parte, The Burial of the Dead, specialmente nella prima stesura del testo, pubblicata da Valerie Eliot, in cui erano presenti anche le correzioni di Ezra Pound:
Unreal [Terrible] City, I have sometimes seen and see
Under the brown fog of your winter dawn
A crowd flow over London Bridge, so many,
I had not thought death had undone so many.
(Eliot V. 1971)
Le differenze rispetto all’edizione del 1922 sono evidenti, Pound elimina l’aggettivo “Terrible” e “I have sometimes seen and see”, inoltre rende impersonale il verso successivo, sostituendo al “your” con “a”. Nonostante le revisioni di Pound, questo passaggio, nella sua versione originale, immerge più chiaramente il lettore nel contesto urbano, descrivendo la folla di “non morti” che attraversa il London Bridge. Eliot, in questa immagine, si ispira e cita con una nota il terzo canto dell’Inferno di Dante, paragonando il Tamigi al Limbo della Commedia. In questa visione apocalittica, gli abitanti della “Unreal City” risultano assuefatti dalla mancanza di relazioni sociali che crea la nuova città. Il Limbo delle relazioni sociali nella società moderna è rappresentato anche nella seconda parte del poema, A Game of Chess:
«My nerves are bad to-night. Yes, bad. Stay with me. Speak to me. Why do you never speak. Speak.
What are you thinking of? What thinking? What? I never know what you are thinking. Think.»
(Eliot 1922)
Eliot qui suggerisce un limbo relazionale all’interno di una relazione matrimoniale, sottolineando l’infertilità della società moderna, sia a livello di nascite, sia di valori. Il tema della sterilità è ricorrente in tutto il poema, specialmente in nella seconda parte, sia nella terza, The Fire Sermon, dove Eliot inserisce esempi di rapporti erotici infruttuosi. Questa sterilità porta, nel testo, al desiderio inappagato, alla concupiscenza e alla perdizione e l’autore si avvale di ciò per portare avanti la critica ai valori matrimoniali e ai valori del Cristianesimo, centrale nel Modernismo. In questo modo Eliot contrappone due tipi di città, facendo ancora riferimento alla cultura classica europea: la città degli uomini, quella descritta in The Waste Land e la “Città di Dio”, ispirata da Sant’Agostino.
Londra è protagonista di tutto il poema, i riferimenti a luoghi della capitale inglese, come King William Street (66), Cannon Street Hotel (213), Queen Victoria Street (258), sono presenti in tutte le cinque parti del testo. Il Tamigi, in particolare, ha un ruolo centrale nel simbolismo di Eliot, rappresentando il dualismo tra acqua e fuoco. Ciò è evidente già dai titoli della terza e quarta parte, The Fire Sermon, ispirato dal Sermone del Fuoco buddhista, come purificazione contro la lussuria; e Death by the Water, la parte più breve del testo, in cui la morte non è atto di rigenerazione, ma di punizione. Il Tamigi, è sempre stato un punto di riferimento per la capitale inglese e per le arti, ispirando le opere di grandi autori come Dickens, Wordsworth, Monet e Canaletto. Nei versi di Eliot, tuttavia, il fiume e la sua potenza ispiratrice risultano danneggiati dalla modernità, come avviene all’inizio di The Fire Sermon:
Sweet Thames, run softly, till I end my song.
The river bears no empty bottles, sandwich papers, Silk handkerchiefs, cardboard boxes, cigarette ends
Or other testimony of summer nights. The nymphs are departed.
And their friends, the loitering heirs of city directors;
Departed, have left no addresses.
(Eliot 1922)
All’“inquinamento” poetico del fiume si aggiunge quello delle bottiglie e delle carte dei sandwich, portato dal consumismo e dalla civiltà moderna. Eliot mette in contrasto la città vittoriana a quella moderna utilizzando una citazione di Spenser nel Prothalamion, dove viene raccontato un matrimonio sulle rive di un Tamigi abitato dalle Ninfe. Il Tamigi è diventato un luogo dove spendere il tempo libero della quotidianità urbana, attraversato da una folla di “non morti” e sotto una “brown fog” che circonda la città come un fumo infernale. Quest’ultima immagine è ricorrente in due versi del poema (61 e 208) ed è collegata con la psiche umana, la loro percezione della realtà e l’abilità del poeta di rappresentare una dimensione onirica all’interno della stessa.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il Paesaggio Urbano nella Letteratura Inglese del '900
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Paolicelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Mediazione Linguistica e Culturale |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Paola Partenza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 41 |
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