Variabilità dei caratteri morfologici e agronomici di popolazioni sardo-corse di Lolium perenne L.

In termini generali, il problema dell’insediamento può senza dubbio essere considerato una delle fasi più critiche per le colture foraggere, soprattutto nell’Italia centro-meridionale (Lorenzetti, 1977; Talamucci e Falcinelli, 1977). Numerosi studi precedenti hanno dimostrato una correlazione positiva tra peso del seme, vigore delle plantule e insediamento in numerose graminacee foraggere (Rogler, 1954; Kneebone e Cremer, 1955; Tossel, 1960; Hunt e Miller, 1965; Griffiths et al.,1966; Whalley et al.,1966; Mac Daniel 1969; Shildrick, 1971; Al Ansary e Smith,1976). La selezione per l’elevato peso del seme, effettuata entro varietà di Lolium perenne L., già selezionate per la produzione foraggera può migliorare la loro capacità di insediamento (Falcinelli e Negri, 1980).
Nel loglio perenne inoltre è stata trovata una correlazione positiva tra peso del seme e produzione di sostanza verde per pianta nell’anno di impianto (Veronesi et al., 1983), mentre non si hanno dei dati che facciano riferimento all’influenza del peso del seme sulla produzione e sulla persistenza della coltura negli anni successivi (Veronesi, 1980).
Fra le 12 cultivars italiane regolarmente iscritte, sono da ricordare, per adattamento e produttività, “Pamir”, tipo da sfalcio moltoprecoce e resistente alla siccità, e “Vejo”, di media precocità” (Sodi 2007). Diversi studi condotti in Italia hanno messo in luce la mancanza di adattamento al nostro ambiente delle varietà nord europee di graminacee foraggere, il cui seme copre per oltre il 95% il fabbisogno del mercato italiano (Lorenzetti e Falcinelli, 1976; Falcinelli e Ceccarelli, 1977; Lorenzetti, 1977; Panella et al., 1976). In particolare, le varietà straniere di Lolium perenne L. mostrano nelle zone mediterranee una bassissima persistenza, probabilmente imputabile ad un non tempestivo metabolismo dei carboidrati di riserva (Arcioni et al., 1980).
Attualmente le due uniche varietà di Lolium perenne L. costituite a partire da materiale italiano sono solo due, “Pamir” e “Vejo”, ma purtroppo entrambe si distinguono per una carente produzione di seme, che quindi da un punto di vista economico non giustifica la loro coltivazione nei nostri ambienti. I programmi di miglioramento devono fare i conti anche con una correlazione negativa esistente tra i caratteri produzione di seme e di foraggio (Griffiths et al.,1966).
Per raggiungere risultati positivi è stato proposto di operare su materiali già migliorati per la produzione foraggera, selezionando per caratteri che siano positivamente correlati con la produzione del seme, ma che non esercitino effetti negativi sulla produzione foraggera, un carattere che sembra dotato di tale proprietà è il peso del seme (Ceccarelli et al., 1978). La selezione per il seme pesante non è finalizzata solamente all’incremento della produzione di seme, infatti essa può aiutare a risolvere il problema dell’insediamento che è uno dei problemi più critici per le colture foraggere, discorso valido soprattutto per l’Italia centro- meridionale (Lorenzetti, 1977; Talamucci e Falcinelli, 1977). Un’ampia bibliografia indica infatti l’esistenza di una correlazione positiva tra peso del seme, vigore delle plantule ed insediamento in numerose graminacee foraggere (Rogler, 1954; Kneebone e Cremer, 1955; Tossel, 1960; Hunt e Miller, 1965; Griffith set al., 1966; Whalley et al., 1966; Mac Daniel, 1969; Shildrick, 1971; Al Ansary e Smith, 1976). Come stabilito da Falcinelli e Negro (1980), la selezione per l’alto peso del seme effettuata all’interno di varietà di Lolium perenne L. già selezionate per la produzione foraggera potrebbe migliorare la loro capacità di insediamento. Il carattere “seme pesante” potrebbe anche favorire l’ottenimento di piante che si caratterizzano per un aumento nella produzione di foraggio, di fatto diversi studi (Veronesi et al.,l.c.), hanno messo in luce la presenza di una correlazione positiva tra peso del seme e produzione di sostanza verde per pianta nell’anno di impianto, mentre non si dispone di dati riguardanti l’influenza del peso del seme su produzione e persistenza delle colture negli anni successivi al primo.