Differenze individuali in adolescenza: fattori psicolessicali secondo una prospettiva Age-Emic
Lo sviluppo della rappresentazione del se’ in adolescenza
Nella transizione dall'infanzia all'adolescenza, gli individui cominciano a sviluppare maggiori caratterizzazioni astratte circa se stessi, con la conseguenza che i concetti del sé diventano maggiormente differenziati e meglio organizzati.
Si verifica la costruzione di sé molteplici, i quali includeranno il sé con il padre, con la madre, con il migliore amico, con il partner, con i pari, così come il sé nel ruolo di studente, sul lavoro, come atleta: un compito legato allo sviluppo, e particolarmente critico, sarà allora la costruzione di sé multipli in ruoli e relazioni interpersonali differenti.
Il fatto che gli adolescenti siano in grado di percepirsi in modo diverso in contesti relazionali differenti prepara il terreno per quello che James (1890) ha indicato come “conflitto dei differenti me” che, specie a quest'età, appare particolarmente saliente e, entro certi limiti, normativo.
Harter (1997) ci rivela come tale situazione sia massima nella media adolescenza, per poi declinare nella tarda adolescenza.
Molte descrizioni rintracciabili nella prima adolescenza rappresentano delle astrazioni relativamente il sé, basate su una nuova e complessa capacità cognitiva che permette di integrare i tratti di personalità in concetti di sé di ordine superiore (Harter, 1999). Semplificando, possiamo immaginare un adolescente che sviluppa un concetto astratto legato al sé come “intelligente”, il quale raggruppa tratti come “sveglio”, “curioso”, “creativo”. Tuttavia, nella prima adolescenza queste rappresentazioni tendono ad essere altamente differenziate e compartimentalizzate, poiché i giovani adolescenti non sono ancora in grado di integrarle e confrontarle simultaneamente tra loro, tendono a non percepirle, a non essere preoccupati di attributi del sé potenzialmente opposti fra loro (Harter, 1997). La frammentazione delle rappresentazioni del sé durante la prima adolescenza è la regola piuttosto che l'eccezione. È predominante un pensiero astratto del tipo “tutto o niente”, ovvero si considera ogni rappresentazione come caratteristica a sé, isolata. Ne deriva che i giovani adolescenti mostrano difficoltà a individuare caratteristiche potenzialmente contraddittorie nelle descrizioni che forniscono di se stessi.
Il contenuto dei self-portraits enfatizza attributi sociali, abilità scolastiche e affezioni (affects, per esempio “mi sento depresso”). Le abilità necessarie per applicare il pensiero ipotetico-deduttivo ai postulati del proprio sistema del sé non sono ancora emerse. Questo significa che, sebbene i giovani adolescenti possano avere ipotesi multiple circa il proprio sé, le capacità atte a dedurre correttamente quale tra queste sia vera (true) non sono ancora in loro possesso, conducendo potenzialmente a distorsioni nelle percezioni di se stessi. Anche il pensiero “tutto o nulla”, a cui poco fa abbiamo accennato, può contribuire a rappresentazioni del sé non realistiche (per esempio, un momento ci si sente “totalmente intelligente”, quello dopo “un completo idiota”).
Nella media adolescenza emergono abilità cognitive che permettono ai ragazzi di confrontare le singole astrazioni, ma non riescono ancora ad integrarle sì da risolvere incongruenze apparenti. E' a questo punto che le contraddizioni tra gli attributi del sé diventano particolarmente marcate, generando potenziali conflitti, ovvero quando le strutture possedute dal ragazzo gli permettono di rilevare, ma non di risolvere, attributi opposti. “Qual è il vero me?”: è questa una tipica domanda che durante la media adolescenza ci si pone. Aumenta l'introspezione tanto quanto la preoccupazione di che cosa gli altri pensino e di quali siano le loro aspettative. A quest'età c'è una necessità per la coerenza, un desiderio di armonizzare i diversi attributi del sé fra loro, ma al contempo le abilità cognitive necessarie per creare tale self-portrait non sono ancora emerse. La rappresentazione della propria personalità, costruita in tarda adolescenza, rispecchia credenze personali, valori, principi morali i quali o sono stati interiorizzati o si sono sviluppati a partire dall'esperienza. Si registra un aumento verso il sé ideale, verso i propri obiettivi e le aspirazioni future.
Gradualmente, caratteristiche del sé potenzialmente contraddittorie non vengono più considerate incoerenti tra loro, i ragazzi in tarda adolescenza diventano in grado di compiere astrazioni a livello superiore (i concetti di “allegro” e “depresso” possono essere integrati in una definizione astratta del sé come, ad esempio, “sono una persona volubile”); le contraddizioni sono risolte o integrate attraverso la costruzione di una teoria del sé psicologicamente unificata, caratterizzata da un senso di continuità e di connessioni coerenti. È inoltre comune, tra gli adolescenti, ritenere che riuscire a manifestare comportamenti/atteggiamenti diversi in base al contesto sia una caratteristica di personalità particolarmente desiderabile e, diversamente, reputano incoerente e innaturale agire e comportarsi nello stesso modo con chiunque. In aggiunta, è allora lecito attendersi un incremento di coerenza nelle risposte ai questionari con l'aumentare dell'età.
Numerose evidenze sperimentali ci rivelano differenze legate al genere: in modo significativo, le ragazze riportano maggiori conflitti e attributi opposti (opposites) rispetto ai ragazzi; inoltre, tali differenze aumenterebbero nella media e tarda adolescenza (Harter, 1999).
In breve, se da un lato l'adolescenza è caratterizzata dalla presenza di numerose sfide normative volte all'organizzazione e all'integrazione armoniosa dei costrutti del sé, dall'altro lo sviluppo dota l'individuo di abilità e strategie atte a fronteggiare queste richieste evolutive.
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Differenze individuali in adolescenza: fattori psicolessicali secondo una prospettiva Age-Emic
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Informazioni tesi
Autore: | Beatrice Severini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Donatella Ferrante |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 158 |
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