L'industria alimentare italiana tra il recupero della storia d'impresa e le multinazionali. Il caso aziendale Birra Peroni S.p.A.
Lo sviluppo all'estero come alternativa. I casi Buitoni e Cinzano
La rivalutazione della lira del 1926-27, che anticipa la crisi del '29, chiude la fase di espansione degli anni venti. A tale scelta, si affianca, come si sa, il rilancio in grande stile del protezionismo granario e delle agevolazioni all'industria zuccheriera. Il comparto saccarifero e quello molitorio risentono meno delle difficoltà della crisi, ma la maggior parte degli altri comparti è invece messo a dura prova dal crollo dei prezzi, dalla sopravvalutazione della lira sui mercati esteri e dalla contrazione della domanda nazionale.
Negli anni trenta una parte cospicua dell'industria alimentare ha un'evoluzione strettamente subordinata ai vincoli posti dalla bilancia commerciale. Nei fatti c'era un esubero della capacità produttiva soprattutto nei comparti dove più forti erano stati i processi di modernizzazione e principalmente orientati verso il mercato interno. Anche da un punto di vista più strettamente imprenditoriale, la fase apertasi alla fine degli anni venti rappresenta un lungo periodo di stagnazione. Non mancano iniziative destinate ad avere un futuro, come la nascita della Ferrero, inizialmente legata alle produzioni autarchiche, o quella della Illy nel campo del caffè, che tuttavia restano per il momento attività assai modeste.
L'evoluzione più interessante in questa fase è probabilmente quella in senso multinazionale di alcuni produttori di rilievo, quali Cinzano e Buitoni-Perugina.
Sin dal primo quindicennio del secolo, la Cinzano inizia, assieme ad altre aziende di punta del comparto enologico e dei liquori, la penetrazione dei mercati internazionali. A questo periodo risale la creazione delle prime filiali estere, con funzioni ancora prevalentemente commerciali, quali la Cinzano B. Aires Ltd. o i depositi di Chambery, Bruxelles e Barcellona. MA è soprattutto nel dopoguerra che la Cinzano apre una serie di stabilimenti ex novo; nel 1926 l'azienda piemontese disponeva di quattro fabbriche in Europa (Belgio, Francia e Spagna) e due in America Latina (Argentina e Cile), più una rete di agenzie, depositi, distributori e impianti di imbottigliamento. Analogamente la Branca crea delle filiali produttive a Buenos Aires, New York e St. Louis. Questi sviluppi, ancorché cospicui, non riflettono avanzamenti tecnologici della vinificazione e della distilleria; questi rami continuano infatti a subire, nel periodo tra le due guerre, i loro limiti tradizionali, il prevalere delle produzioni rurali e della frammentazione artigianale. Le evoluzioni sono di tipo imprenditoriale, non produttivo; è il caso della Cinzano. Il deteriorarsi della congiuntura verso la metà degli anni Venti, spinge l'azienda a reagire non solo intensificando la creazione di società all'estero, che già all'epoca gestiscono i due terzi del fatturato, ma anche scorporando, nel 1927, le filiali straniere inquadrandole in un'autonoma Cinzano Argentine & International, con sede a Londra e con vasta partecipazione di capitali stranieri. Nel secondo dopoguerra questa società arriverà a disporre di 15 stabilimenti, 7 depositi e impianti di imbottigliamento e oltre 200 agenzie in tutto il mondo. L'originario ramo piemontese, oltre che il ruolo gestionale della famiglia, diventano quindi sempre più marginali.
Simile per alcuni aspetti è la risposta data alla recessione degli anni trenta dalle aziende Buitoni. Ri-accorpatesi attorno al ramo umbro in seguito alla crisi del '27 della rivalutazione della lira, l'impresa pastaria e quella cioccolatiera non si organizzano in un organismo polisettoriale integrato, ma più semplicemente danno luogo ad un'alleanza informale che fa perno sulla comune proprietà. Queste scelte gestionali sono del principale esponente della terza generazione famigliare, Giovanni Buitoni. L'idea di aprire un pastificio in Francia è già del 1931, benché si debba aspettare il 1934, stanti i divieti di esportazione di capitali dall'Italia, per la nascita della filiale d'oltralpe. Alla fine del 1937 una decisione ministeriale blocca il concorso delle figurine dei "Quattro Moschettieri" che, posto al centro di un'articolata campagna pubblicitaria, nel biennio precedente era valso alle due aziende quasi il raddoppio del fatturato. La crisi aziendale che ne segue, oltre a scontri con il regime di cui pure era stato entusiasta sostenitore, spingono nel 1939 Giovanni Buitoni all'espatrio. All'apertura di un negozio Perugina a New York seguirà a breve la fondazione della Buitoni Food Corporation, con uno stabilimento nel New Jersey e una discreta presenza commerciale sui mercati statunitensi. Questo già negli anni Quaranta, ed era solo l'inizio dell'esperienza internazionale del gruppo.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Verticchio |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia |
Relatore: | Gaetano Sabatini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 266 |
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