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La spettrometria di massa nell'identificazione di sostanze organiche residue in reperti archeologici del IX-VI secolo A.C.

Lo studio dei residui organici nei contenitori ceramici

Uno degli obiettivi principali di questo lavoro è quello di risalire al contenuto e alla funzione pratica dei contenitori ceramici che hanno la caratteristica di assorbire le sostanze con cui entrano in contatto e proprio per questo motivo l'approccio più adatto per cercare di riconoscere le funzioni svolte da questi recipienti è basato sullo studio delle tracce d'uso.

Si possono studiare diversi aspetti di un reperto come i residui associabili al contenuto, lo studio del tipo di rivestimento presente e la distribuzione dei composti nelle diverse parti del recipiente.

Come già detto in precedenza per i materiali organici in generale, l'analisi e l'identificazione delle sostanze organiche è complicata dalle modificazioni che la composizione chimica dei residui subisce sia nel contesto originario durante la sua produzione ed il suo utilizzo, sia dalla degradazione e le contaminazioni successive allo scavo e al ritrovamento del reperto. Infatti, al termine della vita d'uso di un reperto esso può subire ulteriori modificazioni, ad esempio con la perdita di sostanze solubili in acqua o la degradazione e contaminazione dovute a batteri, piogge ed acqua nel terreno.

Non è da trascurare il fatto che un contenitore possa essere stato utilizzato per svolgere diverse funzioni o che sia stato a contatto con diverse sostanze di natura diversa, ciò complica ulteriormente l'interpretazione dei risultati.
Le tracce d'uso presenti in un contenitore ceramico possono essere fondamentalmente divise i due tipi: tracce visibili e invisibili.

Ci si può soffermare sull'analisi di residui carbonizzati sulla superficie di un vaso o su altri segni, visibili appunto, di cottura, raschiatura, mescolamento e tagli, ma nella maggior parte dei casi si focalizza l'attenzione sul contenuto macroscopicamente non visibile contenuto all'interno dell'oggetto.

Quando è possibile, i campioni devono essere prelevati da più punti del corpo del contenitore, poiché la differenza di concentrazione dei residui organici nelle diverse parti dell'oggetto può essere d'aiuto nella determinazione della funzionalità del reperto.

I lipidi, ad esempio, si distribuiscono in maniera differente in uno stesso recipiente in base alla funzione da esso svolta: durante la bollitura gran parte dei lipidi si trova sulla superficie dell'acqua perciò si avrà una maggiore concentrazione di sostanze assorbite nella parte superiore del vaso; durante la cottura dell'arrosto invece il grasso si accumulerà prevalentemente sul fondo, se la distribuzione dei residui risulta piuttosto uniforme si ipotizza la presenza di un coperchio durante la cottura oppure che il contenitore fosse utilizzato per lo stoccaggio di sostanze liquide che lo hanno impregnato in modo omogeneo.

Potrebbe essere rilevata la presenza di materiale di rivestimento e trattamento delle superfici come cere, resine o pece.

Ciò può portare alla formazione di residui che possono essere, anche in questo caso, indicativi dell'utilizzo del recipiente; bisogna però fare attenzione in quanto i residui estratti dal corpo ceramico e quelli prelevati dalla superficie potrebbero essere stati contaminati dal materiale di rivestimento. Certamente, per poter analizzare il contenuto dei recipienti questi devono aver assorbito le varie sostanze e devono perciò essere porosi e non rivestiti. In assenza di materiali impermeabilizzanti le sostanze liquide sono quelle che vengono assorbite in maggiore quantità.

Oltre a rivestire i recipienti, le resine potevano anche essere bruciate all'interno dei vasi come incenso ad esempio durante lo svolgimento di riti o durante le cerimonie.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La spettrometria di massa nell'identificazione di sostanze organiche residue in reperti archeologici del IX-VI secolo A.C.

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Informazioni tesi

  Autore: Loredana Sagripanti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Camerino
  Facoltà: Scienze e Tecnologie
  Corso: Chimica
  Relatore: Graziella Roselli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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