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Influenza dei fattori motivazionali sulla dipendenza dal gioco d'azzardo

Lo screening del gioco d'azzardo: il SOGS

Lo strumento più conosciuto e più largamente diffuso per lo screening generale degli eventuali problemi legati al gioco d'azzardo è il South Oaks Gambling Screen o SOGS (Lesieur & Blume, 1987). Il questionario è stato sviluppato a partire dai criteri del DSM-III relativi al gioco d'azzardo patologico, con cui condivide l'enfasi sulle conseguenze patologiche del gioco, più che sulle modalità di mantenimento del disturbo (Miller, 2010). Il SOGS si differenzia però dal DMS perché, mentre quest'ultimo opera diagnosi in base alla presenza/assenza di criteri, il SOGS usa un approccio quantitativo dimensionale con alcuni punteggi di cut-off che indicano le soglia oltre al quale la persona è gambler problematico o un probabile gambler patologico. Naturalmente il SOGS è uno strumento di screening, non è sufficiente per fare una diagnosi, per cui non può mancare un adeguato colloquio clinico (Blume, 1991; Allcock, 1995). È uno strumento veloce e di facile utilizzo, può essere completato sia come self-report, che amministrato da un intervistatore. Il questionario è composto da 16 domande (composte da 37 item), che indagano l'attività di gambling del soggetto, i comportamenti ad esso associati e l'impatto del gambling sugli aspetti emozionali, sociali e lavorativi. Le prime tre domande riguardano le abitudini di gioco del soggetto (frequenza di gioco per ciascuno dei giochi d'azzardo indicati, frequenza di gioco generale e tempo complessivo dedicato al gioco) e non vengono utilizzati per il calcolo del totale. Lo scoring viene fatto in base ad altri 20 item a risposta dicotomica sì/no, in cui ogni sì equivale ad un punto. Per questo motivo, il punteggio massimo che può essere totalizzato è di 20 punti; in particolare, un punteggio di 3 o 4 punti è indice di potenziali difficoltà legate al gioco, un punteggio di 5 o più punti esprime un problema di gioco manifesto e un punteggio superiore a 9 testimonia la presenza di un problema di gioco grave.
Per quanto riguarda le caratteristiche psicometriche, il SOGS ha mostrato buone caratteristiche di attendibilità, sia come coerenza interna (α = .97), sia come stabilità nel tempo a 30 o più giorni di distanza tra le somministrazioni (Lesieur & Blume, 1988).
Lo strumento ha dimostrato, inoltre, un'adeguata validità su campioni clinici e sulla popolazione normale (Gary et al., 2010; Slutske et al., 2010; Zuh, Gu et al. 2011; Villella, 2010; Doiron & Nicki, 2010). Questi dati sono stati riconfermati in uno studio di Stinchfield (2002), il quale ha valutato sia un campione clinico che un campione non clinico. Inoltre, è emerso che il SOGS, in confronto al DSM, tende a registrare circa il 50% di falsi positivi nei campioni non clinici, mentre ha mostrato ottime capacità discriminative nei campioni clinici (Stinchfield, 2002). Tuttavia, questa differenza potrebbe essere imputata a diverse modalità di somministrazione dello strumento nei due campioni (cartacea in uno, telefonica nell'altro) e al diverso riferimento temporale (6 mesi in uno, 12 mesi nell'altro). Secondo alcuni autori (Capitanucci & Calevaro, 2004), il SOGS può offrire solo stime approssimative, basandosi esclusivamente sulla memoria di dettagli comportamentali da parte del soggetto. Pertanto, risulta essenziale usare il SOGS solo in una prima fase di assessment, soprattutto quando si tratta della popolazione generale, considerando chi ottiene un punteggio superiore a 5 solo come un possibile giocatore patologico, per poi eventualmente far seguire un colloquio clinico strutturato, imprescindibile ai fini di una diagnosi corretta.

In conclusione, in questo capitolo è stato trattato in termini descrittivi il gioco d'azzardo, in relazione alla sua storia, alle varietà di giochi disponibili e alla sua diffusione in Italia. Sono stati affrontati i diversi approcci al gioco d'azzardo patologico, che lo identificano come disturbo del controllo degli impulsi, così come è classificato nel DSM-IV, come dipendenza o come appartenente allo spettro ossessivo-compulsivo. Inoltre, è emersa l'importanza di non considerare i gamblers come una popolazione omogenea, ma di studiarne le differenze in relazione alle diverse motivazioni che li spingono a giocare, le quali saranno oggetto del capitolo seguente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Influenza dei fattori motivazionali sulla dipendenza dal gioco d'azzardo

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Zanelli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Paola Gremigni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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Parole chiave

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gioco d azzardo
motivazioni intrinseche
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