Profili giuridici dello IAS 39 sugli strumenti finaziari

Per poter rendere esaustiva la discussione fin qui condotta circa gli strumenti finanziari, considerati in ambito internazionale, è d’obbligo esporre e commentare quanto disciplinato dallo IAS 32 e dall’IFRS 7, il cui contenuto va ad integrare il dictat dello IAS 39, in precedenza esaminato. Entrambi i principi, infatti, si pongono quale conclusione di un progetto di riordino in materia di contabilizzazione ed informazione degli strumenti finanziari, avutosi nel recente passato. In effetti, in un mercato caratterizzato dall’utilizzo sempre più esteso, anche da parte di operatori non finanziari, dei nuovi strumenti finanziari derivati accanto a quelli tradizionali primari (azioni ed obbligazioni), diviene di fondamentale importanza fornire un flusso di informazioni adeguato ad eliminare, o quantomeno a ridurre, le asimmetrie informative, che possono, in qualche modo, influenzare il processo decisionale degli operatori interessati, impedendo loro di compiere scelte razionali, tanto all’interno dell’impresa, quanto sui mercati in cui operano. Ciò, tanto più se si considera il fatto che il mercatofinanziario ha ad oggetto la cosiddetta ricchezza invisibile (o anche ricchezza assente), in quanto un acquirente di un prodotto finanziario acquista, in verità, una conoscenza, un’informazione, più in particolare, un’aspettativa. Lo IASB, con l’emanazione dello standard 32, ha provveduto a definire le modalità di esposizione degli strumenti finanziari e la natura e la qualità delle informazioni integrative da produrre in relazione agli strumenti in commento.