Il ruolo delle migrazioni interne nello sviluppo economico delle regioni italiane

Quantificare il contenuto di capitale umano incorporato nei migranti e nella popolazione residente è utile al fine di cercare di stabilire in che misura gli spostamenti della popolazione da una regione all’altra siano stati anche movimenti di capitale umano.
L’analisi di quanto esposto dal rapporto Svimez 2009, trattato nel capitolo precedente, può essere infatti integrata cercando di cogliere il valore della maggiore propensione ad emigrare da parte dei titolari di livelli di studio più elevati e il relativo contenuto di capitale umano, per poi poter essere messa in relazione con le graduatorie dei livelli del Pil pro capite delle singole regioni.

Secondo lo studio condotto da R. Piras (2005), nel quale l’autore quantifica il contenuto di capitale umane incorporato nei migranti e nella popolazione residente, il punto di partenza di tale analisi è rappresentato dal capitale educativo che forma il capitale umano, ovverosia quello che si accumula attraverso l’istruzione formale.
Questo autore fa osservare come in presenza di flussi migratori di individui dotati di capitale umano, la convergenza nei livelli del reddito pro capite, non è più univoca.
In particolare, se gli emigrati sono mediamente più qualificati rispetto ai residenti nelle regioni d’origine e, contemporaneamente, più qualificati rispetto ai residenti nelle regioni di destinazione, l’effetto dei flussi migratori tende ad ampliare il divario nei livelli del reddito.

Reciprocamente, è possibile che accada il contrario se ad emigrare sono gli individui meno dotati di capitale umano sia con riferimento alle regioni di origine che di destinazione.
I tentativi di spiegazione per quanto riguarda la mobilità interna vanno dalla presenza di capitale umano specifico regionale che rende più difficile l’inserimento nel mercato del lavoro da parte dei lavoratori provenienti dal Sud (Murat e Paba, 2002), agli elevati costi della mobilità, in particolare quello delle abitazioni (Cannari et Al. 1997), alla presenza di inefficienza nel mercato del lavoro ed elevati costi di migrazione (Faini et Al. 1997).