Linguaggio umano e animale a confronto: un'indagine cognitiva
Linguaggio animale
Fin dall’antichità "linguaggio" ed "animali" hanno costituito un binomio inscindibile in differenti forme letterarie. Dalle favole (tra le più celebri ricordiamo quelle di Esopo) ai racconti della tradizione popolare, l' "animale parlante" è sempre stato un utile stratagemma per trasmettere saperi e insegnamenti morali. Tuttavia sono molto ricorrenti nella narrativa anche i casi in cui non è l’animale a parlare la lingua umana, ma è l’uomo ad acquisire la capacità di parlare con gli animali, grazie ad un anello o ad altri oggetti dalle proprietà magiche. Celato da questi temi ricorrenti si nasconde l’inestimabile desiderio di poter riuscire finalmente a comunicare con gli animali e conoscerne il pensiero. Sebbene nella narrativa gli animali parlino con facilità e questo non susciti perplessità poiché si tratta di una dimensione fittizia, accettare questa possibilità nella realtà comporta una serie di complesse problematiche. Ad oggi ancora molti studiosi sono restii alla tesi che anche le specie animali possiedano un linguaggio e che questo possa essere, seppur con delle differenze, analogo a quello umano.
La stessa terminologia che viene utilizzata per riferirsi al linguaggio animale è foriera di distinzioni: si parla preferibilmente di "sistemi comunicativi o informativi", quasi a voler sottolineare, oltre che una sostanziale differenza, una specie-specificità del termine "linguaggio" e delle funzioni ad esso correlate. Spesso, perseverando in questa netta suddivisione tra uomo ed altre specie animali, si incorre in una vera e propria "gerarchia di differenze". Tuttavia non è ragionando in termini di capacità migliori o peggiori che comprendiamo la complessità della nostra facoltà linguistica e di quella delle altre specie viventi. "Ogni linguaggio animale è, in questo senso, specifico di un particolare ambiente e di una particolare specie animale" (Cimatti 1998, p.16). I diversi linguaggi quindi riflettono gli individui, i loro bisogni e la loro storia evolutiva. Questa è la prospettiva da cui si vuol partire per riflettere sulle analogie e differenze tra il linguaggio umano e quello animale.
Prima di affrontare alcuni casi di studio specifici occorre comprendere che tipo di approcci sono stati formulati per analizzare i sistemi comunicativi e le facoltà linguistiche delle diverse specie animali. In un primo indirizzo di ricerca convergono i tentativi di insegnare a diverse specie animali linguaggi che siano più o meno simili a quello umano. Così facendo si cercano di individuare delle capacità che, pur non essendo manifeste nella comunicazione animale, possano comunque emergere attraverso un processo di addestramento (Vallortigara, 2000). Uno dei più celebri casi di studio relativi a questo approccio di ricerca risale agli anni ’60 in cui i coniugi Gardner addestrarono uno scimpanzé femmina di nome Washoe ad utilizzare il linguaggio dei segni (ASL o American Sign Language). A questo esperimento ne seguirono degli altri non solo su primati non umani, ma anche su volatili, come nel caso di Alex, un pappagallo cenerino che venne addestrato dalla scienziata Irene Pepperberg al fine di analizzare i suoi processi cognitivi attraverso una comunicazione di tipo linguistico (Vallortigara, 2000). Nonostante questi tentativi abbiano comunque conseguito dei risultati considerevoli, non ci sono prove ed evidenze sufficienti per poter affermare che le specie animali eguaglino la nostra capacità linguistica.
Un secondo tipo di approccio si basa invece su uno studio dei sistemi comunicativi delle altre specie animali nel tentativo di individuare dei possibili precursori del linguaggio umano (Vallortigara, 2000). I sistemi utilizzati per comunicare da api, primati non umani, volatili e mammiferi marini sono solo alcuni tra i più studiati. Questa tipologia di approccio è volta ad indagare dettagliatamente i sistemi comunicativi animali con lo scopo di comprendere meglio le loro capacità linguistiche. In questo capitolo ci soffermeremo in particolare sul cane domestico (Canis lupus familiaris) e su alcuni rilevanti studi e ricerche scientifiche.
Nonostante non vi siano ancora certezze sulla sua origine né sul suo processo di domesticazione, che si presume sia avvenuto tra i 18 e i 32 milioni di anni fa (Andics et al., 2014), il cane è raffigurato sin dall’antichità in compagnia dell’uomo.
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Linguaggio umano e animale a confronto: un'indagine cognitiva
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Marca |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Comunicazione Interculturale |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Federico Laudisa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 39 |
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