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L’Inglese come lingua franca nel commercio internazionale.

Lingua franca, pragmatica e comunicazione interculturale

Vi sono delle caratteristiche e strategie che ritengo interessanti spesso utilizzate da parlanti l'ELF. Lo sforzo da parte dei parlanti di collaborare per trovare strategie per negoziare significati ne è un esempio. Le strategie comunicative interculturali costituiscono utili strumenti per gestire numerosi aspetti dell'interazione orale in una lingua straniera (LS), in una seconda lingua (L2) e persino nella propria lingua materna (L1). Vediamo più in dettaglio alcuni esempi di strategie comunicative interculturali (Mariani, 2012).

Consideriamo con attenzione questi esempi di interazione tra un interlocutore di L1 (A) e un interlocutore di LS/L2 (B):
B: Scusi?
A: Sì, dica.
B: Vorrei un … un … tire-bouchon …
A: Come?
B: Un … la cosa per aprire una bottiglia di vino …
A: Un cavatappi?
B: Sì.
B: Vorrei … due di questi … (addita)
A: Due cannoncini al cioccolato?
B: No (scuote la testa e guarda di lato) … bianchi …
A: Ah, alla panna.

Ciò che accomuna questi esempi di interazione è da una parte, la presenza di problemi da parte di B, sia immediatamente percepiti sia fatti rilevare da A; dall'altra parte, l'utilizzo di strategie da parte di entrambi, in uno sforzo di collaborazione per negoziare significati e realizzare quindi un successo comunicativo.

Più in particolare, notiamo che B, a fronte dell'assenza di un termine nel suo repertorio lessicale attuale, tenta prima di ricorrere a pre-conoscenze in una L3 (francese), poi a una definizione centrata su una parola generica (cosa) seguita dall'indicazione dell'uso o funzione dell'oggetto in questione (per aprire…). Questi suoi sforzi sollecitano a fornire il termine appropriato (cavatappi).

Nelle interazioni fra persone è anche molto importante la cultura del paese di appartenenza, così come le abitudini. In effetti ciò che può essere scontato per un americano, non lo è per un messicano. Se per esempio per un israeliano è normale chiedere a un conoscente americano quanto guadagna nel nuovo lavoro, per il suo interlocutore appare imbarazzante e sconcertante. Un insegnante di inglese nel lodare uno studente in una classe di cinesi può creare disagio ed imbarazzo poiché in questa cultura il senso di gruppo e di appartenenza sono importanti.

Un'altra caratteristica è quella dell'utilizzo dei segnali discorsivi (discourse markers). È una pratica utilizzata spesso nell'ELF, come espressione di soggettività e connettività (House, 2009). Il database dello studio consiste in 42 audio registrati e trascritti di 10-30 minuti di conversazione accademiche tra Professori di un'università tedesca e i loro assistenti e studenti Erasmus laureati spagnoli. Il documento della House ci dice che i parlanti ELF migliorano la loro competenza pragmatica utilizzando i marcatori di segnale yes/yeah, so e ok, come espressione di soggettività e connettività. Fu scoperto che questi tre marcatori non solo erano utilizzati molto frequentemente da tutti i partecipanti, ma che avevano anche molte funzioni diverse come l'assimilazione, la struttura del discorso, negoziazioni, accordi, esprimere consensi. Il marcatore yes/yeah ha le caratteristiche per salvare la faccia, risulta inoffensivo ed è molto indicato durante le discussioni tramite ELF dove gli interattori tendono ad essere consapevoli della precaria natura dell'interazione interculturale. Risultati di tale studio indicano che i parlanti della lingua inglese come lingua franca in ore di consultazione accademica, tendono a reinterpretare strategicamente alcuni segnali discorsivi per aiutare sé stessi a migliorare la loro competenza pragmatica e funzionano così agevolmente nel flusso del discorso. Dopo varie discussioni sugli ambiti nei quali l'ELF si è sviluppata, si è passati ad esaminare la ricerca in tre livelli linguistici, lessicogramma, fonologia e pragmatica che hanno rilevato la fluidità linguistica dell'ELF. Dopodiché la discussione si è spostata nei due ambiti attraverso i quali si è maggiormente diffusa: l'Inglese per gli affari e l'Inglese accademico. Lo studio termina esplorando le implicazioni sul ruolo dell'insegnamento dell'ELF per coloro che sono orientati alla didattica dell'inglese; l'atteggiamento più rilassato dei più giovani sembra essere promettente, una resistenza forte è ancora sentita da molti altri e la sfida più grande sembra essere il convincere le commissioni di esame di tenere conto dell'ELF. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’Inglese come lingua franca nel commercio internazionale.

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Informazioni tesi

  Autore: Renato Lalla
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Stefania Ferrari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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