La Tecnologia ZigBee nel Telecontrollo Wireless di Impianti di Pubblica Illuminazione

Al fine di capire il motivo dell’inattuabilità del telecontrollo wireless di un impianto di pubblica illuminazione mediante dispositivi DECT, è necessario dare un cenno all’architettura del sistema DECT.
Nel sistema DECT sono presenti due tipologie di dispositivi: i terminali mobili e le stazioni fisse. I terminali mobili sono definiti, nell’architettura DECT, Portable Part, PP.
Essi rappresentano i dispositivi di accesso mediante i quali gli utenti possono usufruire dei servizi di connettività offerti dalla rete radio DECT.
Le stazioni radio base, denominate in ambito DECT Radio Fixed Part, RFP, o semplicemente Fixed Part, FP, sono gli elementi architetturali che controllano la trasmissione radio con i terminali mobili ed in presenza di una rete comunicano con gli organi di controllo e commutazione.
Tra le funzionalità ad esse associate si ricorda il continuo monitoraggio dei canali radio per scegliere la portante qualitativamente più adatta alla trasmissione nella microcella in oggetto e la gestione della cifratura delle comunicazioni con i terminali portatili.
Ad ogni stazione radiobase è associato un numero identificativo, RFPN (RFP Number) che consente al PP di conoscere la microcella in cui si trova.
Secondo quanto detto, la realizzazione di una rete di DECT per il telecontrollo di un impianto di pubblica illuminazione comporta che alcuni moduli di trasmissione, presenti nella scheda periferica interfacciata con il corpo illuminante, siano configurati da PP ed altri da server FP.
La creazione della rete è quindi basata su un architettura client-server in cui a fungere da client sono i PP.
Lo sviluppo in lunghezza tipico degli impianti d’illuminazione stradale pone il problema dell’implementazione di un algoritmo di routing per permettere la trasmissione di un dato dall’ultimo centro luminoso fino al quadro di controllo.
Lo standard DECT, infatti, non definisce alcun algoritmo di routing ed è quindi compito dei progettisti del sistema di telecontrollo fare in modo che il firmware del microprocessore, presente in ogni scheda periferica d’acquisizione e trasmissione dati, sia in grado di gestire il routing.
La rete di telecontrollo è costituita dall’interconnessione di vari gruppi di dispositivi DECT, costituiti ognuno dal server FP con i propri client PP; l’anello di congiunzione tra i vari gruppi sono dei particolari PP, detti PP di frontiera, che risultano registrati con più FP oltre a quello di appartenenza.
Il trasferimento di un pacchetto dati tra un gruppo ed un altro della rete è garantito soltanto se il firmware è in grado di far disconnettere i terminali PP di frontiera dai server FP del gruppo cui appartengono e abilitare il canale per instaurare una nuova connessione con un altro server FP.
Il punto debole di tale tecnologia è che tali disconnessioni e riconnessioni, indispensabili per permettere il routing, impiegano tempi estremamente lunghi. Ciò comporta un elevato ritardo nella consegna del pacchetto dati e una durata eccessiva dell’operazione di polling effettuata dal quadro di controllo.
Un ulteriore limite è dettato dal numero massimo di dispositivi DECT che la rete di telecontrollo può supportare. Secondo i dispositivi testati, la rete DECT risultava essere limitata con un un numero massimo di 6 terminali fissi FP e numero massimo di 16 PP connessi ad un FP. Ciò potrebbe non essere sufficiente per garantire il telecontrollo di un impianto con centinaia di corpi illuminanti da gestire.
Per questi motivi è fallita l’ambizione di telecontrollare con dispositivi wireless DECT gli impianti di pubblica illuminazione.