Donne invisibili: discorsi sul corpo e sul genere. Il lesbismo italiano tra vecchie e nuove esclusioni
Lesbismo: una storia di invisibilità nella marginalità
"Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne."
Nel capitolo precedente, abbiamo analizzato, come l’universo femminile abbia vissuto, spesso, in una condizione di marginalità, condizione che si accentua, quando non solo si è donna, ma si è anche una donna lesbica. Nell’influenza di una società patriarcale, dove, l’uomo era valorizzato solo perché “corpo maschile”, e dove la donna non veniva vista come agente operante all’interno del tessuto sociale, il lesbismo era ignorato, totalmente. Le donne lesbiche erano parte di storie romanzate, di noie aristocratiche, passatempi di perversione e compagnia mentre gli uomini, impegnati lavorativamente e politicamente, occupavano in modo sano il loro tempo. Il lesbismo rappresentava un tacito accordo: non destavano rumore, non creavano disturbi sociali e non mettevano in crisi la società borghese, quindi potevano vivere liberamente sessualmente, senza manifestare tangibilmente la loro esistenza. In questo, la differenza tra l’omosessualità maschile e quella femminile era evidente. La donna, lesbica, era difficile da etichettare e riconoscere; l’uomo no. L’effemminatezza dei modi, il parlare, il gesticolare, il distribuirsi in circoli diversi da quelli che un uomo, ben distinto ed etero, avrebbe frequentato, venivano individuati facilmente. [M. De Leo, Queer storia culturale della comunità LGBT+, Torino, 2021, Giulio Einaudi Editore]
In tempi difficili, in cui amare lo stesso sesso era un reato, probabilmente, questa condizione di invisibilità ha protetto molte donne, ma, dall’altra parte, ha avuto conseguenze evidenti sul non- riconoscimento di diritti fondamentali. È il 1875-76 quando viene pubblicato “Al di là”, libro che narra la storia di due donne, una forte ed intraprendente, l’altra fragile, che viene sottratta “ai suoi uomini” dalla prima. Libro pregno di vari significati soprattutto nella rappresentazione cristallina della relazione omosessuale femminile come quella eterosessuale, contestualizzata al periodo in cui viene scritto, dove esiste una parte attiva e una passiva, un dislivello emozionale e di status tra dominante e dominato. Oltre a queste dinamiche relazionali di potere e sub-alterità all’interno della coppia, con “Al di là”, ciò che fino a quel momento era una fantasia, diventa una possibilità reale, le lesbiche non erano più «proiezioni fantasmatiche degli scrittori, ma […] soggetti in carne e ossa che si muovono nello spazio pubblico». [M. De Leo, Queer storia culturale della comunità LGBT+, Torino, 2021, Giulio Einaudi Editore].
La cecità rispetto alla condizione femminile, iniziava ad essere smussata, dalla forte volontà delle donne di rendersi visibili e parte attiva del tessuto sociale, essere portatrici di agency e non più solo attrici passive di regolazioni sociali che incidevano, inevitabilmente, sulla loro vita, sulla loro persona, sul loro corpo. La strada percorsa ha condotto alle lotte femministe, alla rivendicazione e l’ottenimento parziale degli obiettivi preposti.
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Donne invisibili: discorsi sul corpo e sul genere. Il lesbismo italiano tra vecchie e nuove esclusioni
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Informazioni tesi
Autore: | Ramona Caccioppo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Fabio Mostaccio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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