Le donne della Colonna Traiana
Leggi a tutela delle donne in epoca imperiale
Non si può negare che fosse davvero pericoloso nascere donna a Roma, soprattutto nel periodo precedente l'epoca imperiale, considerati la prevalenza di leggi che consentivano la percussione o l'esecuzione di donne per reati minori, il potere che i matrimoni manus conferivano ai mariti sulle loro mogli e l'atmosfera cupa creata dalle numerose reminiscenze storiche di stupro e omicidio di donne. Serena S. Witzke classifica diverse tipologie di violenza nei confronti delle donne e tiene in considerazione i seguenti aspetti: zone topografiche (pubblico / privato), sfere di classe sociale (cittadino / non cittadino) e loci esistenziali (ideologia / realtà). L'aggressione delle donne è una tematica sorprendentemente ripetitiva nell'Ab Urbe Condita di Livio, nei racconti che hanno come protagoniste Rea Silvia, le Sabine, Horatia, Lucrezia e Verginia. Va ricordato, però, che questi episodi non descrivono ciò che oggi consideriamo la canonica violenza contro le donne (di tipo domestico, stupro, abuso nel matrimonio), ma trattano di eventi orribili che hanno motivato il cambiamento politico all'interno dello stato romano, mettendo, in ogni caso, in guardia le donne dal tradire la loro pudicitia, la loro famiglia e l'onore dei loro mariti.
Le condizioni delle donne cambiarono in positivo a partire dalla fine della repubblica, per due ragioni: il declino dei matrimoni manus, per cui la moglie rimaneva sotto la potestas del suo pater familias e il marito doveva preoccuparsi di come trattava la consorte, dal momento che il suo abuso comportava un rapido divorzio e il trasferimento della sua proprietà di nuovo alla sua famiglia; la legislazione sociale e morale di Augusto. La lex Julia de maritandis del 18 a.C. e la lex Julia de Adulteriis coercendis del 17 a.C. proibirono ai mariti di giustiziare impunemente le loro mogli (e gli amanti di esse) che avevano catturato nell'atto di adulterio. A partire da questo momento la moralità sessuale divenne una preoccupazione pubblica dato che le donne dovevano essere processate in tribunale ed esiliate, se giudicate colpevoli. Augusto desiderava un tribunale e una vergogna pubblici, ma soprattutto dare un esempio plateale di donne erranti. La legge di Augusto privò l'uomo, all'interno della propria domus, di rivendicare diritti sul corpo femminile delle cittadine, ma un caso ben diverso è invece rappresentato da prostitute non cittadine o, ancor peggio, schiave, il cui abuso era considerato normale.
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Le donne della Colonna Traiana
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Banin |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Lettere, Arti e Archeologia |
Corso: | Lettere, Arti e Archeologia |
Relatore: | Rachele Dubbini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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