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L'abuso sessuale - Il sex offender, le sue vittime, i trattamenti

Le vittime dei gerontofili: le anziane

Secondo l'immaginario collettivo l'abuso sessuale contro una donna anziana (ma anche contro un uomo) sarebbe raro se non inesistente. In realtà è molto più frequente di quanto non si pensi, e viene effettuato in diversi luoghi, quali l'abitazione dell'anziano, le case di riposo, gli ospedali e persino all'aperto (Macchione, 2006). Esso si verifica tutte le volte che un individuo si rivolge all'anziano con espressioni o frasi allusive, fornisce all'anziano riviste pornografiche, lo\la accarezza senza consenso, fino allo stupro vero e proprio. Si parla di anziani inclusi riferendosi a quelli autonomi, che sono in grado di raccontare tali molestie e violenze subite; gli esclusi sono invece coloro che si limitano ad essere vittime, non potendo testimoniare perché compromessi nelle loro funzioni fisiche e psichiche oppure perché vittime di soprusi che avvengono nel chiuso delle abitazioni o di strutture maltrattanti. Alcuni indicatori clinici possono far insorgere il sospetto di abuso sessuale sui pazienti anziani, tra i quali vestiti strappati e sanguinanti, diagnosi di malattie veneree non spiegate, presenza di infezioni genitali, contusioni genitali o anali con segni di lesione (ecchimosi, lividi, sanguinamento).
Tali forme di maltrattamento sono ascrivibili ad una particolare parafilia definita gerontofilia, che viene definita da L. E. Berra come "l'attrazione sessuale verso persone anziane da parte di soggetti più giovani". Tali soggetti sono caratterizzati da infantilità e immaturità, e provano eccitazione sessuale soltanto verso queste categorie di individui.

Come e per gli altri tipi di abuso, anche quello rivolto agli anziani è occultato dal numero oscuro. La più volte citata ricerca Istat sulla violenza contro le donne che coinvolge soggetti fino a 70 anni di età mostra solo la parte visibile del fenomeno: gli abusi denunciati e quelli emersi. Anche un'altra ricerca curata da Sgritta-Deriu (2009) rimane limitata alla punta dell'iceberg, tuttavia ha fatto emergere dati interessanti.
Su un campione rappresentativo della popolazione di oltre 600 individui di età compresa tra i 69 e i 97 anni è apparso che il fenomeno della violenza e degli abusi contro gli anziani e la sua percezione sono probabilmente in crescita.

È inoltre fondamentale definire, anche per questi casi, i fattori di rischio – ricavati da un altro studio condotto dall'Istituto per gli studi sui servizi sociali nell'ambito del progetto Daphne – che possono favorire condizioni di abuso che trovano terreno fertile anche in certi stereotipi che sono intessuti nella nostra cultura:

- La persona anziana spesso non possiede consapevolezza di avere diritto di ricevere cure adatte al proprio stato mentale e fisico;

- Il caregiver è così compresso nel suo ruolo che non riesce ad immaginarsi capace di potenziali abuso;

- Esiste l'idea che una certa forma di violenza nel curare l'anziano fragile sia da considerarsi necessaria;

- È comunemente accettata l'idea che l'unica forma di violenza perpetrata contro l'anziano sia di natura fisica, correndo così il rischio di trascurare le forme più sottili come mancanza di rispetto, uso di linguaggio infantile e altre forme di violenza psicologica;

- È difficile distinguere tra violenza e uso della contenzione quando quest'ultima è necessaria a proteggere la vittima.

Da non trascurare, in quest'ambito, il ruolo dei mass media. La pubblicistica che è stata prodotta in questi anni per sensibilizzare e prevenire il fenomeno della violenza contro gli anziani, ha in realtà finito per produrre risultati indesiderati: allarmare da un lato e colpevolizzare dall'altro. Un primo motivo è che le persone cui sono rivolti questi messaggi sono gli anziani inclusi, che come tali possiedono già buona parte delle risorse culturali, economiche e relazionali per difendersi dagli abusi; un secondo motivo risiede nei messaggi che invitano l'anziano a vigilare, a non fidarsi, instillando da un lato una sensazione di insicurezza e impotenza, dall'altro rischiando di colpevolizzare l'anziano che non è riuscito a difendersi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'abuso sessuale - Il sex offender, le sue vittime, i trattamenti

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Informazioni tesi

  Autore: Agnese Sangiorgio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: UKE - Università Kore di Enna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Giuseppe Craparo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 129

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