La distinzione tra dolo eventuale e colpa con previsione con particolare riferimento al nuovo reato di omicidio stradale
Le teorie che fanno leva sulla valorizzazione degli stati emozionali ed affettivi
Alcune impostazioni teoriche incentrano la distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente sull'atteggiamento interiore od emozionale del soggetto riguardo alla previsione delle possibili conseguenze della sua condotta.
La componente della volontà, requisito intrinseco del dolo, viene così fatta derivare dall'analisi dello stato affettivo del soggetto agente rispetto all'evento ed alla conseguente lesione del bene giuridico ad esso connessa.
Ad avviso di un orientamento dottrinale il dolo eventuale sussiste là dove il soggetto, a fronte della previsione dell'evento come possibile conseguenza della condotta, abbia agito con indifferenza verso il risultato lesivo. Ove, invece, il reo abbia agito desiderando e, quindi, sperando che l'evento non si verificasse, si potrà formulare soltanto un rimprovero per colpa (con previsione).
Per meglio descrivere l'orientamento in esame è d'uopo citare le parole di Bettiol, secondo cui se "l'agente opera in una situazione di indifferenza rispetto alla produzione dell'evento, assumendo il rischio dell'evento o sperando che esso abbia a realizzarsi, il dolo (eventuale) deve ammettersi, mentre se opera sperando che l'evento non abbia a verificarsi, il dolo deve ritenersi escluso e deve ammettersi la colpa cosciente".
Una variante di questa impostazione è riscontrabile nella teoria per la quale il dolo eventuale non consiste in un atteggiamento emotivo dell'agente nei confronti del bene giuridico, ma è rintracciabile solo nel caso di una "accettazione con indifferenza" della lesione del bene giuridico prevista come possibile. L'elemento volitivo non andrebbe riscontrato nella mera indifferenza, bensì nella determinazione contro il bene giuridico, evinta dal fatto che l'agente ha agito accettando con indifferenza la verificazione della lesione, non lasciandosi influenzare dalla rappresentazione delle possibili conseguenze della sua condotta.
L'agente quindi predilige realizzare l'evento piuttosto che rinunciare a perseguire il proprio scopo, laddove nella colpa con previsione la speranza della non verificazione delle conseguenze assume importanza decisiva per la determinazione del soggetto ad agire ugualmente.
La distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente sulla base dei profili emozionali è sostenuta anche in una, seppur non recente, nota sentenza della Corte di Cassazione.
La vicenda concerneva una bambina talassemica, bisognosa di un continuativo trattamento emotrasfusionale. I genitori, dopo aver aderito alla fede religiosa dei testimoni di Geova, decisero di sospendere le cure, coscienti del fatto che la pratica emotrasfusionale sarebbe stata il rimedio più efficace e diretto ai fini del miglioramento del quadro clinico della bambina. La frequenza delle trasfusioni diminuì drasticamente e ciò non poté che comportare un progressivo degrado biologico degli organi vitali della piccola, fino a provocarne la morte.
I giudici di appello avevano confermato la condanna inflitta in primo grado per omicidio volontario commesso con dolo eventuale, sostenendo l'irrilevanza della componente di carattere emotivo e, specialmente, della speranza ai fini dell'esclusione della volontà.
La Suprema Corte, annullando con rinvio la sentenza di secondo grado, evidenziò che la definizione di reato doloso ex art. 43 c.p. richiede non la semplice previsione dell'evento, ma la proiezione della volontà verso la realizzazione di esso. La mera rappresentazione dell'evento non è ancora volontà di produrlo; ciò vale anche per il dolo eventuale, il quale richiede come presupposto che l'azione sia specificatamente diretta a conseguire volontariamente un preciso risultato, sia pure con la prospettiva di realizzarne uno diverso che entra per ciò stesso nel quadro della volontà. La Corte giunse però alla conclusione che i due genitori non volessero "intimamente" la morte della figlia, alla quale erano "affettivamente legati".
I giudici di legittimità dunque reputarono che la sussistenza del dolo, nel suo profilo volitivo, dovesse escludersi, a causa, o meglio, grazie all'affetto dei genitori verso la loro figlia e della speranza da questi nutrita verso la non verificazione dell'evento morte, per quanto ipotetica e immotivata. Dunque, a fondamento del discrimen tra dolo eventuale e colpa con previsione, la sentenza in oggetto pone proprio il "criterio della speranza".
Tuttavia, a questa teorie dell'indifferenza, sono state rivolte numerose critiche, fondate essenzialmente sull'inidoneità del ricorso a valutazioni di aspetti relativi alla sfera emotiva dell'agente per l'individuazione del confine tra dolo e colpa. [...]
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La distinzione tra dolo eventuale e colpa con previsione con particolare riferimento al nuovo reato di omicidio stradale
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Informazioni tesi
Autore: | Simone De Santi |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Désirée Fondaroli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 107 |
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