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L'arguzia e la nascita delle parole. Per un contributo freudiano allo studio del linguaggio

Le tecniche dell'arguzia

Agli scopi del presente lavoro non interessa come, esempio dopo esempio, vengano classificate le varie tecniche. Interessa invece il senso generale per cui si tratta di distinguere da dove venga il carattere arguto, se dalla "forma espressiva" o dal "pensiero espresso".

Tale problema si presenta già nel corso dello studio delle tecniche, ma adesso lo vedremo sotto una nuova veste; si tratterà di distinguere la rispettiva provenienza, sempre dalle stesse due fonti – o, in altri termini, il contributo di ognuna delle due presa singolarmente –, del particolare piacere che il motto riesce a provocare e che si può presumere proceda dall'arguzia.

Al termine della discussione sul motto tendenzioso, si legge: «non siamo in grado di distinguere con la nostra sensibilità quale parte di piacere provenga dalle fonti della tecnica e quale da quelle dell'intento. Rigorosamente parlando, noi non sappiamo di che cosa ridiamo». Ora però, prima di entrare nella questione dell'intento, mi propongo di dare una scorsa alle varie tecniche, soprattutto per far vedere come quella sorta di progetto tassonomico si riveli in fondo un po' "improvvisato". Su tale inadeguatezza, peraltro, ci aveva già preparato la lettura di Orlando.

Vediamo adesso un primo tentativo di riassumere le tecniche; il loro numero
«è già tale – scrive Freud – che quasi temo si finisca per smarrirne la prospettiva». Abbiamo dunque una prima sistemazione: «I. Condensazione: a) con formazione di parole miste, b) con modificazione. II. Impiego del medesimo materiale: c) parole intere e loro componenti, d) ordine diverso, e) lieve modificazione, f) medesime parole in accezione "piena" e "vuota". III. Doppio senso: g) nome proprio e suo significato materiale, h) significato metaforico e reale, i) doppio senso vero e proprio (giuoco di parole), l) equivocità, m) doppio senso con allusione».

Immediatamente dopo, tuttavia, Freud individua un tratto comune: «la condensazione resta la categoria sovrastante». A questa prima conclusione, tuttavia, ne segue immediatamente un'altra: l'accenno al "risparmio". In questo caso, però, si tratta di un risparmio per così dire quantitativo, un mero risparmio delle parole che servono a «mettere insieme la risposta»: «una tendenza alla concentrazione o, meglio, al risparmio domina tutte queste tecniche».

Nel seguito Freud giunge, come accennavo, al "motto di spostamento", definito – sull'influenza dell'indagine del sogno – come una «diversione della risposta». Così la definizione: «propongo di chiamarla [questa tecnica] spostamento perché l'elemento essenziale è dato dalla diversione del percorso mentale, dallo spostamento dell'accento psichico su un tema diverso da quello iniziale».

In altri termini, dato un percorso mentale, indotto da una situazione, il motto reagisce spostando l'accento psichico su un tema diverso da quello "principale". Una brillante esemplificazione di tale peculiare modalità operativa è data dalla seguente «domanda scherzosa con tecnica di spostamento»: «"Che cos'è un cannibale che ha divorato padre e madre?" Risposta: "Orfano." – "E se ha mangiato anche tutti gli altri parenti?"
– "Erede universale" […]».

Adesso però viene in primo piano l'idea che in un motto, e in particolare nella sua ricezione, possa entrare in gioco un contesto mentale la cui associazione viene richiamata, più che dalla particolare configurazione linguistica, dall'associazione stessa. Si notano due cose, e cioè che l'effetto della formazione arguta si rende indipendente dall'espressione verbale e che nasce qui la distinzione tra motti verbali e concettuali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'arguzia e la nascita delle parole. Per un contributo freudiano allo studio del linguaggio

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Informazioni tesi

  Autore: Gerardo Fallani
  Tipo: Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999)
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Sergio Vitale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 293

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Parole chiave

linguaggio
psicoanalisi
freud
metafora
sogno
pulsioni
negazione
motto di spirito
witz
mezzi di raffigurazione

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