Effetto di differenti parametri fisico - chimici sulla crescita e produzione di glicolipidi in colture dell'alga verde Stichococcus bacillaris (Chlorophyta)

Le microalghe presentano una varietà di utilizzi che va ben oltre la semplice produzione di biodiesel, già di per sé fondamentale per i consumi energetici della società odierna. Per questo motivo, già da alcuni anni, la ricerca sta selezionando e testando diversi ceppi algali per avviare una produzione su larga scala.
Attualmente le alghe più utilizzate sono le microlaghe verdi (Chlorophyta), in particolare Chlorella, Dunaliella, Isochrysis, Namnocloris, Spirulina e Scenedesmus, per citarne alcune. A questi ceppi si è aggiunto il genere Stichococcus che, oltre ad avere una crescita molto rapida, tollera ampie condizioni di stress (Ph, salinità, nutrienti, ecc) – proprio quest’ultimo genere, con la specie Stichococcus bacillaris, è stato scelto per questo esperimento.
Si tratta di microorganismi che presentano un alto tasso di crescita e una percentuale di oli in peso secco che si aggira in torno al 40 – 50%; in alcuni casi, da questi ceppi si possono ricavare metaboliti secondari o enzimi litici utili per il biorisanamento – come nel caso di Scenedesmus vacuolata, che ha mostrato di produrre enzimi laccasi o laccasi simile.
Punti cardine di questo progetto, come delle altre ricerche sulle microalghe, sono la ricerca delle condizioni ottimali di crescita e l’adattabilità alle diverse colture, soprattutto quelle che implicano grandi volumi di terreno e biomassa. Entrambi i parametri sono fondamentali per la buona resa e manutenzione della coltura, e per rassicurare la produzione su scala industriale.
I fattori che più incidono sulla crescita algale sono di fatto due: le condizioni di crescita, che sono un indice dello stato fisiologico della coltura: carenze di elementi o alterazioni nei parametri di crescita potrebbero mandare in stress la coltura, compromettendo la produttività e rendendo più vulnerabile all’attacco di patogeni; il tipo di impianto, o in questo caso il tipo di fotobioreattore, utilizzato: il corretto funzione manto del sistema di insufflaggio dell’aria, ma anche la forma stessa del fotobioreattore possono inficiare sulla qualità del mezzo di coltura e sulla quantità di luce che ogni cellula riesce a catturare.