Dalla Composizione all'Interpretazione: La Terza Sonata per Pianoforte op. 46 di Dmitri Kabalevskij

La Sonata per pianoforte op. 46 in Fa maggiore, pubblicata nel 1946, è l’ultima di tre sonate scritte da Kabalevskij nell’arco di circa vent’anni.

La prima Sonata, op. 6 in Fa maggiore, fu composta tra il novembre ed il dicembre del 1927 e appartiene alle opere giovanili. Come è stato già ricordato (v. par. 2.2), nel 1925 Kabalevskij intraprese gli studi di composizione presso il Conservatorio di Mosca con Catoire e Mjaskovskij; non a caso, questa sonata mostra una forte influenza specialmente di Mjaskovskij. Alcuni studiosi sottolineano come Kabalevskij, soprattutto in merito a quest’opera giovanile, sia “in debito” con Prokof’ev; essa tuttavia mostra già i primi caratteri peculiari dello stile di Kabalevskij. La chiarezza melodica, il rispetto della tonalità e della forma denotano già l’adesione ad uno stile neoclassico che nondimeno si lascia permeare dal virtuosismo, ma sempre nel rispetto dell’equilibrio melodico e timbrico.

La seconda Sonata, op. 45 in Mib maggiore, fu composta nel 1945 e rappresenta una delle più importanti composizioni di Kabalevskij. Essa si propone come ‘la risposta di Kabalevskij alle tre “Sonate di guerra” che Prokof’ev aveva composto nei cinque anni precedenti’. La sonata fu dedicata a Emil Gilels, il quale, legato a Kabalevskij da sincera amicizia, aveva inoltre collaborato con Kabalevskij durante la composizione del brano. La ragione della dedica risiede proprio in questo rapporto di collaborazione, ma soprattutto – come Kabalevskij ebbe a dichiarare – in virtù dell’indiscusso talento di Gilels.

Fin dalla prima battuta, dove la tonalità di Mib si impone imperiosa con la quinta discendente da Sib a Mib, la sonata presenta una forte drammaticità ed una tensione dai toni, a tratti, duri e aggressivi. Tali colori, bui e bellicosi – Kabalevskij pose questa sonata quasi “a specchio” del contesto circostante: le atrocità della seconda guerra mondiale – vengono ulteriormente sottolineati dall’uso di accordi dalla forte intensità, che quasi sovrastano la liricità della melodia russa. Il lungo finale conduce l’ascoltatore in un agitato vortice di suoni che, inevitabilmente, rimandano alle immagini aberranti della guerra.

La terza Sonata, op. 46 in Fa maggiore, fu composta subito dopo la seconda sonata, ancora nel 1945, quasi a rappresentare una totale inversione di rotta rispetto alla precedente. Il carattere giocoso e la chiara linea melodica sembrano quasi riflettere la speranzosa evasione dagli anni di guerra appena trascorsi; Kabalevskij vi riprende le sonorità neoclassiche, introducendo con parsimonia sezioni di stampo prokof’eviano – come il ‘galop sarcastico’ che costituisce lo Sviluppo del secondo tema nel primo tempo della Sonata (v. infra, par. 3.2) – ed altre sezioni di forte tensione drammatica, senza mai alterare la limpidezza melodica. Fra le tre sonate è quella più conosciuta e maggiormente registrata. [...]