El Público. Autoritratto autentico di un animo e dell’enigma di se stesso
Le scene spagnole del XX secolo
Federico García Lorca amò il teatro istintivamente. La sua infanzia fu ricca in travestimenti, maschere, giochi e quando ebbe l'opportunità di assistere al teatro di figura presso la piazza del suo paese, ne rimase folgorato ed affascinato. Fu allora che l'attenta madre Vicenta pensò bene di regalargli un teatrillo per non lasciare che una così naturale predisposizione potesse restare incolta. In età adulta questa vocazione lo portò ad avere una visione teatrale del mondo e, addirittura, lo spinse a concepire la sua intera vita come un dramma universale. Tutto ciò fece di Lorca un eccellente e brillante drammaturgo di fama internazionale, in possesso di una coscienza scenica ben definita e di una nitida poetica teatrale: “Tengo un concepto del teatro en cierta forma personal y resistente. El teatro es la poesía que se levanta del libro y se hace humana. Y al hacerse, habla y grita, llora y se desespera. El teatro necesita que los personajes que aparezcan en la escena lleven un traje de poesía y al mismo tiempo que se les vean los huesos, la sangre. Han de ser tan humanos, tan horrorosamente trágicos y ligados a la vida, y al día con una fuerza tal, que muestren sus traiciones, que se aprecien sus olores y que salga a los labios toda la valentía de sus palabras llenas de amor o de ascos.” Questa sua profonda umanità operistica trova espressione in quel concetto di teatro non indifferente alle tematiche sociali che, facendo leva sulle proprie capacità educative, si assunse la responsabilità di rinnovare le scene spagnole dell'epoca. Insomma un teatro ambizioso e molto avanzato, in linea con il panorama europeo, in grado di proporsi come l'elemento indicatore delle sorti del paese e in cui veniva rispecchiata la verità essenziale: “El teatro es uno de los más expresivos y útiles instrumentos para la edificación de un país y el barómetro que marca su grandeza o su descenso. Un teatro sensible y bien orientado en todas sus ramas, desde la tragedia al vodevil, puede cambiar en pocos años la sensibilidad del pueblo; y un teatro destrozado, donde las pezuñas sustituyen a las alas, puede achabacanar y adormecer a una nación entera.[...] El teatro se debe imponer al público y no el público al teatro. Para eso, autores y actores deben revestirse, a costa de sangre, de gran autoridad, porque el público de teatro es como los niños en las escuelas: adora al maestro grave y austero que exige y hace justicia, y llena de crueles agujas las sillas donde se sientan los maestros tímidos y adulones, que ni enseñan ni dejan enseñar. Al público se le puede enseñar[...]”.
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El Público. Autoritratto autentico di un animo e dell’enigma di se stesso
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Costanza Cottone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue e culture moderne |
Relatore: | Assunta Polizzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 82 |
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