I contratti a distanza nell'attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori: prospettiva comparatistica
Le sanzioni nell'ordinamento giuridico italiano e il ruolo dell'AGCM
In attuazione delle disposizioni della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, nonché in virtù della deroga concessa agli Stati membri dagli artt. 23 e della stessa direttiva, il legislatore italiano ha previsto all'art. 66 del codice del consumo, rubricato "Tutela amministrativa e giurisdizionale", un modello misto di protezione dei consumatori composto sia da strumenti di private che di public enforcement.
Riguardo all'apparato sanzionatorio in violazione della disciplina sui contratti a distanza e sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali, la normativa previgente all'art. 62 (ora abrogato) del codice del consumo già prevedeva una disposizione comune ad entrambe le fattispecie contrattuali. In particolare la disposizione prevedeva al primo comma una sanzione in capo al professionista, in via generale, in caso di violazione delle disposizioni del previgente Capo I e, in maniera più specifica, individuava comportamenti particolari volti a ledere la tutela dei consumatori, sanzionando anche i casi di recidiva dello stesso professionista (previgente art. 62, comma 2, codice del consumo). L'importo della sanzione amministrativa pecuniaria andava da un minimo di tremila euro ad un massimo di diciottomila euro e nei casi di recidiva tali importi venivano raddoppiati, mentre le Autorità competenti ad accertare la violazione erano la polizia giudiziaria e le Camere di Commercio.
L'aspetto più interessante ed innovativo della nuova disciplina sta nel fatto che il legislatore nazionale ha designato come Autorità competente a garantire il rispetto della normativa ora vigente l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, alla quale sono stati affidati poteri di accertamento delle violazioni normative e poteri sanzionatori (art. 66, codice del consumo).
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è un'autorità amministrativa indipendente dal potere esecutivo istituita nel nostro Paese con la legge n. 287 del 10 ottobre 1990 ("Norme per la tutela della concorrenza e del mercato"), in ritardo rispetto agli altri Stati membri dell'Unione europea dovendo adeguare il nostro ordinamento a quello comunitario in materia di tutela della concorrenza e del mercato.
La funzione dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è quella di garantire la tutela della concorrenza, controllando i mercati e i comportamenti delle imprese, nonché di avviare procedure di accertamento in caso di presunta violazione della normativa antitrust e di sanzionare i soggetti autori di tali violazioni. L'Autorità in questione è infatti dotata di molteplici strumenti sanzionatori volti a perseguire lo scopo istituzionale assegnatole, ossia la tutela della concorrenza. È necessario ricordare che l'Autorità, anche se istituzionalmente preposta a garantire la tutela della concorrenza, in seguito all'evolversi delle politiche di protezione dei consumatori ha subìto un mutamento delle proprie competenze che rispecchia "l'approccio pro-consumeristico" del legislatore comunitario. Dalla sua istituzione, l'Autorità ha avuto solo per pochi anni (dal 1990 al 1993) esclusivamente funzioni antitrust, in quanto già nel 1993 le fu attribuita la responsabilità in tema di pubblicità ingannevole (D.lgs. n. 74/93).
Per perseguire l'obiettivo di tutela della concorrenza all'interno del mercato, l'Autorità utilizza lo strumento sanzionatorio come deterrente per far sì che gli operatori del mercato osservino i precetti normativi spontaneamente, senza assegnare alle sanzioni una funzione puramente punitiva.
La legge n. 287/1990 attribuisce all'AGCM il potere di applicare una serie di sanzioni che da un lato sono volte ad interrompere un comportamento considerato lesivo del principio di concorrenza e dall'altro sono volte a salvaguardare l'effettività dei poteri di controllo di cui è titolare l'Autorità.
Ai sensi dell'art. 15 della legge n. 287/90 sono previste sanzioni contro i comportamenti anticoncorrenziali delle imprese, quali le intese restrittive della concorrenza e l'abuso di posizione dominante. Nel caso in cui la violazione sia particolarmente grave, la sanzione è comminata in forma accessoria al potere di diffida. Vi sono poi altre sanzioni "strumentali" che hanno lo scopo di assicurare che gli operatori rispettino i provvedimenti dell'Autorità o di far sì che la stessa possa svolgere le proprie funzioni di controllo e acquisizione dei dati necessari, senza incontrare ostacoli.[...]
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Zollo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e diritto |
Relatore: | Nadia Zorzi Galgano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 266 |
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