Fenomenologia e reminiscenze teologiche: aspetti del percorso filosofico del "primo" Heidegger

Nella conclusione del primo capitolo di questa sezione abbiamo visto come Heidegger giunge alle porte della fenomenologia trascendentale messa a punto da Husserl, mentre nel secondo capitolo abbiamo riassunto brevemente come si sviluppa questa fenomenologia di Husserl e gli esiti a cui essa giunge.
Tuttavia bisogna tener presente che il pensiero maturo di Husserl, il quale trova la sua espressione piena nell'opera La crisi delle scienze europee, risente dell'influenza che sul padre della fenomenologia esercitò lo studio dettagliato di Essere e Tempo. Nel pensiero maturo di Husserl, infatti, si affaccia l'analisi dell'altro polo della correlazione intenzionale, ovvero il mondo il quale viene a ricoprire un ruolo centrale.
Ed è proprio quest'analisi che, secondo Heidegger, nei primi studi fenomenologici di Husserl non acquista la giusta attenzione e uno sviluppo concreto. E' anche vero tuttavia che, come molte ricerche hanno riscontrato, alla base del dissidio tra Husserl e Heidegger vi sono anche due cause principali: la scarsa conoscenza o comprensione dell'impostazione filosofica dell'altro, e la convinzione insuperabile di entrambi i pensatori sul proprio filosofare.
Ad ogni modo bisogna tener presente che se Heidegger ha la possibilità, sin dall'inizio del suo percorso fenomenologico, di compiere questa critica nei confronti del maestro, questa possibilità gli è data da Husserl stesso. Infatti, come Husserl medesimo scrive nel 1937, in un lavoro che analizza, ripercorre e critica il tema di Idee per una fenomenologia pura, se all'epoca si tentava di adoperare la riduzione trascendentale è fuor di dubbio che anche il concetto di mondo naturale possiede già un ruolo fondamentale.