Jose Luis Rodriguez Zapatero: politica e comunicazione nelle elezioni del 2004

La disponibilità al dialogo ed al confronto e l’uso del suo talante non fanno però di Zapatero un leader debole o senza posizioni; non sono mancate, infatti, le occasioni in cui ha criticato duramente l’operato di Aznar, l’allora Presidente del Governo. Zapatero ha manifestato il suo dissenso su questioni come il modello di gestione redistributiva, i tagli alle spese sociali, l’aumentare della pressione fiscale sui redditi da lavoro rispetto a quelli da capitale e da patrimonio, sulla questione delle autonomie, dove Aznar si “attacca” all’assetto territoriale contenuto nella Costituzione per non dare adito alle nuove richieste di riforma delle diverse Comunità, e, soprattutto, sullo stretto controllo del governo sulla radiotelevisione pubblica. Mentre Zapatero porta avanti la sua azione politica e rafforza la sua immagine e quella del PSOE, un profondo cambiamento avviene nel partito del governo. Forti della maggioranza assoluta il PP ed Aznar cominciano a proporre lo stile aggressivo che nella costruzione di un’immagine moderata e di centro, avevano abbandonato. Insieme al mutamento dell’atteggiamento, il Governo si trova in breve tempo a dover affrontare tre questioni cruciali, la cui gestione lo metterà in contrasto con l’opinione pubblica che tenderà sempre più ad identificarsi con l’ideologia del PSOE. Nel maggio del 2002, rompendo con la pratica di concentrazione che aveva seguito fino a quel momento nelle questioni economiche e sociali, il governo vara un decreto di riforma del sistema di protezione dei disoccupati e della creazione dell’impiego, che contempla l’irrigidimento delle condizioni che danno diritto all’indennità di disoccupazione, la graduale cancellazione del Piano di occupazione rurale, che garantisce un sussidio ai braccianti dell’Andalusia e dell’Estremadura e l’eliminazione dei salari temporanei pagati dalle imprese ai lavoratori licenziati senza giusta causa.