Lo sviluppo della net.art attraverso l'esperienza di Antoni Abad
Le prime opere di Net.art
In seguito alla sua permanenza nel Banff Centre in Canada, Antoni Abad torna a Barcellona in possesso di nuove conoscenze, non solo nell'ambito della videoinstallazione, come abbiamo già detto, ma anche nell'ambito dell'informatica e di quella, una volta, novità che era il World Wide Web. Nel 1993 Antoni Abad è in possesso del suo primo indirizzo di posta elettronica e questo è il suo primo passo nel campo della rete telematica.
Come già detto, l'ascesa della net-art avviene attorno all’anno 1994 e, l’istituzionalizzazione e l’approvazione di quest’ultima, avviene attorno agli anni 1997-1999. Attratto dalla possibilità di esplorare questo nuovo campo, Antoni Abad decide di dedicarvisi con le opere Sisifo (1996), 1.000.000 (1999) e Z (1999). Il suo obiettivo, attraverso la creazione di queste opere, è non solo quello di sorprenderci e divertirci, ma anche e soprattutto, spingere affinché lo spettatore rifletta sulla paradossale incapacità di comunicazione dei cosiddetti “mezzi di comunicazione” e sull'impossibilità di controllare interamente la rete.
Nonostante molteplici fonti dichiarino che la prima opera di net.art sia da considerarsi Sisifo, nella mia intervista egli stesso dichiara che è 1.000.000 a dare il via alle sue ricerche nel campo della net.art poiché, egli spiega, una delle peculiarità dell'arte di cui ci stiamo occupando è quella di aprire la porta all'interazione con il pubblico, cosa che non fa Sisifo (che propone solamente un video) ed invece fa l'opera 1.000.000.
Sisifo consiste di un video che fu esposto la prima volta simultaneamente nel Museo di Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA) e nel Museo di Wellington in Nuova Zelanda, situati, i due luoghi, agli antipodi. Nella pagina, divisa in due parti, due uomini completamente nudi ed identici tirano la stessa corda, unificando metaforicamente il mondo attraverso il web.
Abad spiega che, essendo questi video esposti agli antipodi, la sua è anche una maniera di misurare la circonferenza della terra attraverso la fune tirata, ritornando al concetto di misura, ed indicandoci una nuova maniera, attraverso la rete, di prendere le misure del mondo.
Il primo progetto in assoluto nel campo strettamente relativo alla net.art, 1.000.000, può essere concepito come uno dei progetti più “dolci” che sia possibile trovare in rete. Esso è prima di tutto un’efficace esplorazione delle possibilità di interazione con l'utente che la rete offre ai creatori di net.art. Quest'opera infatti consiste in uno schermo vuoto con un unico link in cui è possibile cliccare. Al premere il bottone, questo pone in marcia un dispositivo la cui missione è aprire un numero sempre maggiore di piccole schermate in cui appare una bocca nell'atto di dare un bacio. Le schermate continueranno ad aprirsi fino a quando non arriveranno al numero di un milione, cosa che spesso non accade poiché, sovraccaricando il sistema, questo collasserà prima di arrivare alla cifra consueta, comportandosi come un vero e proprio virus.
Premio Arco Electrónico e prima acquisizione della Spagna (Fundacion Sanitas) nel campo della net.art, quest’opera vuole sovvertire i codici di un determinato tipo di comunicazione a cui siamo abituati: la promessa di sesso o amore in cambio della password universale, il numero della nostra carta di credito. Invece di riferirsi all'ammontare di denaro, come sarebbe potuto essere prevedibile, il titolo quantifica il numero di baci che il visitatore del sito riceverà. In questo modo Abad commenta criticamente la visione mercantilistica e aggressiva della pornografia in Internet.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Lo sviluppo della net.art attraverso l'esperienza di Antoni Abad
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Informazioni tesi
Autore: | Lisa Parolo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia e Tutela dei Beni Culturali |
Relatore: | Guido Bartorelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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