The Tea Party: la rinascita della destra americana

A due anni di distanza dalla storica vittoria di Obama, in America è già tempo di una nuova campagna elettorale. Questa volta i cittadini americani sono chiamati alle urne per le cosiddette elezioni di midterm che rinnoveranno gran parte della Camera e del Senato. Prima di arrivare a questo però i due partiti devono scegliere i loro candidati a queste elezioni. E’ su questo scenario che si affaccia per la prima volta alla prova politica il nuovo movimento del Tea Party. I risultati, come vedremo, saranno sorprendenti sia per il partito Repubblicano, sia per gli stessi esponenti del Tea Party. Da questo momento in poi, Democratici e Repubblicani, cominciano a guardare con occhi differenti a questo nuovo movimento.

La prima grande prova di forza del Tea Party la si ha nel gennaio 2010: da poco meno di sei mesi è morto il senatore Ted Kennedy (il principe dei progressisti USA) e quindi va eletto al suo posto un nuovo senatore. Il vincitore arriva proprio dalle fila del Tea Party, si chiama Scott Brown ed è un oscuro deputato del parlamento locale del Massachusetts. Oltre ad essere un'inaspettata vittoria dei Repubblicani, questo può essere visto come un primo campanello di allarme per i Democratici in vista delle prossime elezioni, i quali erano convinti che il seggio del Massachusetts sarebbe stato inattaccabile.
Le sorprese però sono appena cominciate: a partire dall'estate scorsa, sono numerose infatti le vittorie di candidati pressoché sconosciuti nel campo politico ed appoggiati dal Tea Party, i quali hanno tolto la possibilità di candidarsi alle elezioni ad esponenti con esperienza di lungo corso nel Partito repubblicano.
Prima di analizzare più in dettaglio alcuni dei casi più clamorosi, è opportuno dire che queste vittorie ottenute dal Tea Party alle primarie, oltre a infliggere un duro colpo all'establishment, saranno poi decisive in senso negativo per il Partito repubblicano, soprattutto per quanto riguarda le chance di conquistare la maggioranza al Senato.

Presentando infatti alle elezioni di mid-term dei personaggi privi di esperienza politica e con idee a volte estreme e non condivisibili da gran parte dell'elettorato, la destra americana ha operato una scelta forse azzardata: puntando sull'effetto-netto del Tea Party, fortissimo nelle primarie di partito, dove va a votare una ristretta base di militanti, lo stesso Tea Party ha spostato talmente a destra l'asse dei repubblicani, spaventando le quote di elettori moderati e gli indipendenti di centro che sarebbero stati indispensabili per ottenere una vittoria completa, soprattutto al Senato.