Antitrust Private Enforcement: Stati Uniti e Unione Europea a confronto
Le previsioni ed i divieti del Clayton Antitrust Act
Alla disciplina dello Sherman Act circa il controllo delle concentrazioni, si aggiunge quella del Clayton Antitrust Act, che avvia un miglior controllo delle operazioni di concentrazione introducendo il divieto di realizzare fusioni attraverso l'acquisto di beni o azioni. L'elemento discriminante del Clayton Act consiste nella maggiore rigidezza del criterio di legalità della “rule of reason” rispetto al criterio dello Sherman Antitrust Act, con riferimento ad una valutazione del probabile effetto dell'accordo o pratica ritenuti restrittivi della concorrenza.
Inoltre il Clayton Act, sopperendo alle lacune della precedente legislazione, ha cristallizzato in maniera definitiva l'illiceità di alcuni comportamenti monopolistici da parte delle imprese. Un esempio tra tutti è rappresentato dai contratti c.d.“tying”, il cui divieto è contenuto nella Section terza del Clayton Act.
In base a questi contratti il soggetto danneggiato è praticamente costretto ad acquistare un bene non desiderato per poter procedere all'acquisto di un altro bene prodotto dallo stesso venditore. Ma questa previsione non è l'unica, giacché è possibile affermare che, all'interno dei comportamenti monopolistici oggetto di divieto da parte del Clayton Antitrust Act, sono ricomprese anche le fattispecie riguardanti la discriminazione di prezzo da parte del venditore, come previsto dalla Section seconda della stessa legge, emendata dal Robinson-Patman Act.
La Section 7 del Clayton Act, perfezionata dal Celler- Kefauver Act del 1950, ma soprattutto dal Hart–Scott–Rodino Antitrust Improvements Act del 1976, introduce un più efficace controllo delle operazioni di concentrazione stabilendo il divieto di realizzare fusioni e concentrazioni (intercorporate stockholdings) attraverso l'acquisto di azioni o beni, in quelle ipotesi in cui l'operazione di concentrazione conduca verso l'affermazione di un monopolio o comunque metta in moto conseguentemente risultati che creano un pregiudizio alla libera concorrenza. Le concentrazioni proibite riguardavano originariamente solo quelle poste in essere attraverso l'acquisto di azioni effettuate tra società “engaged in commerce”, se l'effetto diretto o indiretto di tale acquisto fosse stato orientato verso una diminuzione della concorrenza o un restringimento del mercato. Rientrano nel concetto di società “engaged in commerce”, le attività nell'ambito del commercio interstatale ed esterno. [...]
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Antitrust Private Enforcement: Stati Uniti e Unione Europea a confronto
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Basile |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Paolo Pardolesi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 157 |
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