Il problema della coscienza e il fenomeno delle personalità multiple secondo una prospettiva fenomenologica
Le origini della coscienza: come siamo consapevoli di noi stessi
Come si è visto, la coscienza è legata alla relazione tra un soggetto percepiente e un oggetto, oggetto appunto di una qualche forma di percezione. Attraverso le rappresentazioni mentali un individuo è capace tanto di costruirsi (ed essere consapevole) della presenza di sé, come organismo e come persona, sia di un oggetto, che a volte sono parti del suo stesso organismo (si vedrà più avanti l’importanza della rappresentazione del proprio schema corporeo per la percezione e rappresentazione di sè) e a volte sono oggetti del mondo. Il soggetto apre gli occhi sul mondo e si trova di fronte ad esso. Si tratta per lui di dividere la propria esperienza in due categorie: il soggettivo e l’oggettivo. Il soggettivo è il pensante, l’oggettivo il mondo, o contenuto pensato. (Non a caso, si può parlare sia di stati che di contenuti di coscienza). Ma può essere vero anche vero il contrario. Se il soggetto pensa a se stesso, l’oggetto o presunto tale, diventa la sua propria soggettività, così come anche il mondo, in qualità di oggetto osservato, in fondo, oggettivo non è poi molto, poiché si rivela con mille sfaccettatture, di volta in volta, a seconda degli occhi di chi guarda. Non esiste quindi un mondo ma infiniti, se infiniti sono gli sguardi da cui lo si può osservare. Si potrebbe dire, secondo un linguaggio fenomenologico, che ciò avviene perché il mondo non è qualcosa che sta al di fuori e ci attornia come le mura di un castello, ma siamo noi ad essere nel mondo e ad esistere in mezzo ad esso. Attualmente le due linee principali secondo cui vengono impostati comunemente gli studi in ambito scientifico sono due: la considerazione della coscienza come fenomeno qualitativo della psiche o come entità fisiologica neurofisiologicamente localizzabile. Nella prima categoria rientrano le prospettive più propriamente psicologiche, in particolar modo afferenti alla branchia psicodinamica, nella seconda troviamo gli approcci delle neuroscienze, della neurologia e neurofisiologia, e della biologia o neurobiologia. Il punto di vista neurofisiolofico, come si è visto, assume il cervello quale correlato fondamentale della coscienza, e intenderebbe quest’ultima come un’attività perlopiù cerebrale, un’epifenomeno dell’attività cerebrale, quando non addirittura un’incidente di percorso nel cammino evolutivo dal verme all’uomo (La coscienza come incidente di percorso nell’evoluzione dal verme all’uomo, in La coscienza e i suoi disturbi, Pancheri, Reda (a cura di), 1996).
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Il problema della coscienza e il fenomeno delle personalità multiple secondo una prospettiva fenomenologica
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Informazioni tesi
Autore: | Federica Lauto |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia clinica dinamica |
Relatore: | Maria Armezzani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 205 |
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