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Scelte intertemporali del consumatore ed evidenze empiriche sul legame tra reddito e consumo

Le nuove teorie del consumo: le teorie del ciclo vitale e del reddito permanente

L’idea che sta alla base della teoria keynesiana del consumo si fonda sul presupposto che gli individui effettuano le decisioni di consumo solo sulla base del reddito corrente a loro disposizione. Questa assunzione differenzia la teoria di Keynes dalle successive elaborate da Modigliani e Friedman, che saranno oggetto di quest’ultima parte della trattazione.

L’evidenza empirica non supporta pienamente le previsioni della teoria keynesiana e la validità dell’ipotesi del reddito assoluto. Osservando gli avvenimenti storici, infatti, si rileva che negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale le previsioni pessimistiche riguardo una drastica riduzione della domanda non trovarono riscontro. Dopo la fine del conflitto, quando negli Stati Uniti la spesa pubblica inevitabilmente cadde, l’ annunciata recessione non si verificò. La spesa per consumi fu decisamente più elevata del previsto, il pieno impiego fu mantenuto e si ebbe anche una sostanziale inflazione.

Anche se l'evidenza ottenuta dagli studi sui bilanci delle famiglie o dalle analisi a breve termine sopportarono l'ipotesi del reddito assoluto, i risultati degli studi a lungo termine e l'esame dei movimenti trimestrali del consumo rifiutarono la teoria. I dati rilevati hanno mostrato chiaramente che il consumo non sembra essere sensibile a variazioni temporanee del reddito e che nel lungo periodo la propensione media e quella marginale tendono a rimanere costanti.

Il fallimento empirico dell'ipotesi del reddito assoluto divenne evidente alla fine degli anni ’40, e per queste ragioni si manifestò una spinta verso la ricerca di teorie alternative. Questo tipo di critiche ha portato gli economisti più vicini all’impostazione classica a sviluppare un approccio alla teoria del consumo aggregato che si fonda sostanzialmente su due elementi: il primo consiste nella micro-fondazione della funzione di consumo aggregato, ossia nel prendere in esplicita considerazione il comportamento di consumo degli individui; il secondo riguarda la natura intertemporale del consumo stesso. Ciò implica che il consumo corrente non sia indipendente dal consumo passato e futuro, ed in quanto tale è condizionato dall’evoluzione temporale delle risorse a disposizione dell’individuo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Scelte intertemporali del consumatore ed evidenze empiriche sul legame tra reddito e consumo

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Informazioni tesi

  Autore: Carlo Antoci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Mariacristina Piva
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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