Fusione, liquidazione e crisi d'impresa
Le novità in tema di liquidazione. La nuova disciplina sulla revoca
La portata innovativa della riforma si coglie anche in merito alla fusione di società in liquidazione.
Le novità principali riguardano la legittimazione in capo al liquidatori di predisporre il progetto di fusione cd il tatto che non sia necessario procedere preliminarmente all'eliminazione della causa di scioglimento.Si è risolto tra l'altro, il problema in passato dibattuto della compatibilità tra fusione e liquidazione giungendo ad una soluzione intermedia. In stato di liquidazione perciò, può trovarsi anche la società incorporante, nel senso che l' incorporazione non implichi di per sé la revoca dello stato di liquidazione dell'incorporante.
Secondo autorevoli pareri, la dichiarazione d'insolvenza non inciderebbe sulla struttura organizzativa della società e sull'applicabilità delle relative regole. Ponendoci il quesito se con una fusione in cui una società non in Liquidazione ne incorpori una in liquidazione, si faccia venir meno la liquidazione stessa, la risposta è sicuramente negativa.
Infatti, anche in assenza dell'art. 2501 2° comma, era possibile revocare la liquidazione e poi fare partecipare alla fusione una società non più in liquidazione. Se la norma afferma che è possibile fare partecipare alla fusione una società in liquidazione, implicitamente ma sicuramente, esclude che si debba applicare la disciplina dettata per la revoca della liquidazione.
Possiamo meglio precisare sostenendo che nel caso in cui non abbia avuto inizio la ripartizione dell'attivo, la società in liquidazione possa accedere alla fusione sia in senso stretto che per incorporazione con altre società sia in veste d'incorporante che di incorporata.
La fusione, in questo caso, non implica la revoca dello stato di liquidazione, potendo anzi costituire il mezzo per ottimizzarne i risultati rendendola più efficiente.
Se invece la fusione è la via prescelta per la riattivazione della società disciolta, la revoca dello stato liquidativo dovrà essere deliberala contestualmente alla delibera di fusione secondo le regole del nuovo 2487 ter. Interessante è l'affermazione di chi, in base alla nuova disciplina del suddetto articolo, sostiene che anche una società che abbia già dato inizio alla distribuzione dell'attivo potendo revocare lo stato di liquidazione in ogni momento previa rimozione della causa discioglimento non sia in questo modo più soggetta al limite di partecipazione alla fusione.
Inoltre, la revoca della liquidazione non dovrà precedere l'avvio del procedimento di fusione essendo ammissibile che essa intervenga entro la data fissala per la deliberazione di fusione o anche contestualmente ad essa.
In ogni caso la deliberazione di fusione non potrà essere attuata finchè la revoca della liquidazione non sia divenuta efficace.
Ricapitolando quindi, mentre è certa la necessità della revoca dellaliquidazione nel caso di società che abbiano già iniziato ladistribuzione dell'attivo, nel caso contrano in cui tale distribuzionenon sia avvenuta, la fusione di società in liquidazione nonpresuppone di per sé, che venga sempre revocato lo stato di liquidazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Fusione, liquidazione e crisi d'impresa
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Informazioni tesi
Autore: | Antonella Randazzo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Economia |
Corso: | AREA DISCIPLINARE DIRITTO COMMERCIALE |
Relatore: | Ruggero Vigo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 169 |
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