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Trasporto di metalli pesanti in soluzione e in sospensione nel Rio San Giorgio (Iglesias)

Le miniere dell'Iglesiente, note storiche

L'inizio dell'attività mineraria nell'Iglesiente risale nel periodo Fenicio e Cartaginese. L'estrazione continuativa avviene solo dal II secolo a.C., quando i Romani cominciarono ad estrarre l'argento associato alla galena, seguendo un filone di circa 100 metri. Il ritrovamento nell'area di Monteponi di numerose anfore, lampade ad olio e arnesi da lavoro ha permesso di inquadrare in quest'epoca l'inizio dell'attività. Il lavoro di estrazione è perdurato nei secoli, andando incontro al primo declino con la caduta dell'Impero Romano. Una debole ripresa ci fu durante la dominazione Pisana, dal XII al XIV sec., alla quale seguì un ulteriore crollo nel periodo Aragonese. Una decisa ripresa si ebbe nel 1720, quando il Regno dei Savoia mise in moto una politica economica mirata all'espansione e la crescita della coltivazione mineraria, gestendo direttamente alcune aree e dandone in concessione altre. L'attività si espanse sensibilmente nel 1744 con l'introduzione degli esplosivi; nel 1750 con la fondazione della "Monteponi Company" nacque l'industria mineraria moderna dell'Iglesiente. Nel 1868 l'escavazione delle gallerie nell'Area di Monteponi raggiunse i 70 m s.l.m., raggiungendo l'acquifero sotterraneo. Divenne necessario installare delle pompe che permettessero di abbassare il livello della falda a 45 m e continuare l'estrazione. Il risultato non fu quello aspettato, per cui dal 1888 sino al 1910 fu messa in opera la realizzazione di una galleria di circa 4 Km che potesse far defluire l'acqua nella palude di Sa Masa. Quando fu ultimata essa consentì un deflusso di circa 3600 l/s, svuotando lentamente l'acquifero. Tra i due conflitti mondiali del secolo scorso Monteponi fu sede dell'estrazione dello zinco per via elettrolitica ( producendo l'enorme discarica di fanghi rossi).
Negli anni successivi la necessità di estrarre i minerali sempre più in profondità rese necessario l'intervento di pompe sempre più efficienti, che sino a metà degli anni novanta hanno abbassato l'acquifero raggiungere nel 1990 i 200 metri sotto il livello del mare. tuttavia, a causa del depauperamento delle risorse e per l'imporsi nei mercati internazionali di prodotti minerari a basso costo provenienti da paesi in via di sviluppo, nel 1996 l'attività mineraria cessò definitivamente. A testimonianza dell'industria mineraria rimane il patrimonio archeologico, storico e paesaggistico che ha permesso la nascita nel 2001 del "Parco Storico Geominerario della Sardegna" riconosciuto dall'UNESCO, accompagnato però da discariche di sterili, fanghi e residui di lavorazione che tuttora compromettono fortemente il territorio.

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Trasporto di metalli pesanti in soluzione e in sospensione nel Rio San Giorgio (Iglesias)

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Matta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze della Natura
  Relatore: Pierfranco Lattanzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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Parole chiave

acqua
inquinanti
metalli pesanti
nanoparticelle
colloidi
sem
ultrafiltrazione
filtrazione sequenziale
iglesiente
minerario

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