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Le malte di ghiara nell'edilizia storica catanese: fra lettura delle fonti e sperimentazione

Le malte storiche di Catania

Gli impasti per il confezionamento di malte nel corso dei secoli non hanno avuto grosse modificazioni, ma hanno acquistato composizioni diverse in funzione dei materiali disponibili nei luoghi dove venivano prodotti. Nell'edilizia storica catanese del ‘700 e’800, si presenta, in modo ricorrente, l'uso di due tipi di malte (ternarie): le malte di “ghiara” e le malte di “azolo” (anticamente detto “azuolo”), infatti la natura prevalentemente vulcanica dell’area catanese offre questi particolari materiali naturali atti a confezionare le malte impiegate indifferentemente sia come materiale strutturale che come manto continuo degli intonaci. In particolare la ghiara, essendo una sabbia dal colore rosso intenso venne ulteriormente utilizzata nella seconda metà del 700, anche per il gradevole accostamento cromatico, con altri materiale da costruzione utilizzati, quali il nero del basalto e il bianco delle calcareniti. Quest'ultimo pregio, trovava riscontro nel gusto per la valorizzazione dei materiali, che in quel periodo si impose, soprattutto ad opera di architetti formatisi nella scuola romana, primo fra tutti Stefano Ittar, dove l’uso dell’intonaco rossiccio, ottenuto utilizzando la ghiara, ha assunto rilevanti valenze espressive. In particolare ogni tipo di malta copre periodi storici differenti, quasi senza sovrapposizione; ciò è da addebitarsi al fatto che la malta di ghiara presentava caratteristiche tecnico economiche migliori dell'altra (malta di azolo) e quindi, appena entrata nell'uso, la sostituì integralmente. In via orientativa si può affermare che la malta di azolo ricorre sino al 1860 circa, mentre la malta di ghiara partendo dal periodo della ricostruzione post terremoto del 1693 arriva fino agli anni '50, fino a quando, con l'introduzione dei calcestruzzi di cemento, questa tecnica venne abbandonata. [...]
Nelle malte antiche, le principali differenze dipendono soprattutto dalla natura dell’aggregato e dalla sua reattività con il legante che determina in esse differenti proprietà fisico‐meccaniche, come la durata in esercizio delle stesse e la loro idraulicità. In particolare nell'edilizia catanese sono stati utilizzati due particolari tipi di aggregati ghiaiosi che hanno dato il nome successivamente al tipo di malte utilizzate, e sono l'azolo e la ghiara.
L'azolo, è una roccia incoerente ( oggi è ottenuto in frantoio e utilizzato per i calcestruzzi di cemento), già in natura delle dimensioni delle sabbie (2 ‐ 0,063 mm) e rappresenta il principale prodotto dell'attività piroclastica dell'Etna. Si tratta di un materiale poroso (1900 kg/m3) e si presenta nel luogo di origine in forma sciolta e incoerente, a spigoli vivi e con un colore grigio scuro; dal punto di vista chimico‐fisico è un composto molto stabile, di natura vetrosa con inclusioni di piccoli fenocristalli, difficilmente attaccabile da acidi forti e da basi. L’azolo si presenta in due varietà detritico e cineritico. La varietà detritica è caratterizzata da frammenti vulcanoclastici di dimensioni fra 3 e 5 mm di forma angolosa e sfericità bassa. Anche la varietà cineritica è caratterizzata da frammenti vulcanoclastici di forma angolosa, ma sfericità media e di dimensioni inferiori ai 2 mm. Entrambe le tipologie di azolo risultano chimicamente inerti nei confronti del grassello di calce e nel processo di carbonatazione svolge un ruolo passivo; la loro funzione principale sta a compensare il fronte di ritiro del legante a causa della notevole perdita d’acqua durante la maturazione. L'azolo era di facile reperibilità, nel paragrafo seguente esamino le cave conosciute e usate dove è presente tale materiale.

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Le malte di ghiara nell'edilizia storica catanese: fra lettura delle fonti e sperimentazione

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Uccello
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico
  Relatore: Antonino Pezzino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 166

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