La struttura organizzativa e la governance del gruppo Intesa San Paolo. La storia del Banco di Napoli tra splendori, fusioni e ristrutturazioni

L'ispezione della Banca d'Italia durò ben undici mesi e mise sotto torchio il gruppo Banco di Napoli. Una dozzina d'ispettori di via Nazionale, analizzando i conti dell'azienda bancaria, risalì a perdite tra i 2.800-3.000 miliardi.
Il governatore, Antonio Fazio, decise di fare piena luce sui conti del Banco di Napoli e capire esattamente cosa rischiava l'istituto partenopeo. Una mossa legata, senza dubbio, alla grave frattura operata al vertice della spa da Gustavo Minervini, presidente della Fondazione, che, stanco delle continue liti tra Giovannini e Vigliar e della carenza di strategie dell'istituto, decise di sfiduciarli e di sostituirli.
Erano mosse gravi critiche sulla gestione di crediti, controlli e reti estere.
L'ispezione, del resto, fu motivata anche e soprattutto dalla difficile situazione dell'istituto partenopeo, che presentava una redditività ormai sotto zero, una crescita anomala delle sofferenze, un aumento delle perdite, una mancanza dei controlli sugli affidamenti.
La remunerazione sia delle quote ordinarie sia di quelle di risparmio rischiava di essere compromessa.
E questo rese difficile anche eventuali nuovi collocamenti azionari, necessari per immettere liquidità nelle casse del Banco.