Lo sviluppo neurobiologico ed evolutivo della psicopatia

Lonnie Athens (1992) ha fornito argomentazioni convincenti a sostegno dell’ipotesi secondo cui gravi aberrazioni della personalità possano avere origine dalla prolungata esposizione alla malvagità dei genitori, un aspetto che supera una “semplice” vicenda correlabile a patologie relative all’attaccamento. Secondo l’autrice il principale fattore patogenetico per l’insorgenza della
psicopatia e del disturbo antisociale di personalità è la violenza che questi soggetti hanno subito per mano dei genitori. Athens ha individuato quattro stadi per descrivere come bambini comuni possano diventare, sottoposti a reiterati maltrattamenti e abusi da parte dei genitori, “che possono spingersi fino alla tortura”, criminali violenti al di fuori di ogni possibilità di redenzione. Nel primo dei quattro stadi di Athens, i futuri criminali sono soggetti a brutalizzazione, la quale è composta da tre esperienze che implicano, ciascuna in modo differenziato, che un soggetto subisca un trattamento aspro e crudele per mano di altri, tale da produrre un impatto durevole e radicale sul resto della loro vita.

La prima di queste esperienze viene chiamata “sottomissione violenta” che avviene quando “delle figure di fiducia (genitori) o autoritarie (mariti o capibanda) di uno dei gruppi primari del soggetto usano la violenza o
costringono il soggetto a sottomettersi alla loro autorità”. La seconda componente della brutalizzazione è “l’orrificazione personale”, il contrario della sottomissione violenta. In questa fase il soggetto “non subisce direttamente una sottomissione violenta, ma testimonia alla somministrazione di questo trattamento ad altra persona”, nello specifico ad un membro del suo gruppo primario (vale a dire un parente stretto: madre, sorella, fratello) oppure del gruppo secondario (ad esempio ad un amico). Il soggiogatore violento appartiene prevalentemente anch’egli al gruppo primario del soggetto.