Affrontare la morte di un genitore con le fiabe
Le influenze del genitore in vita e il trauma
La morte di un genitore per un bambino, equivale, per l'adulto, alla morte di un compagno o di una compagna, con la quale si era scelto di passare tutta la vita. Il lutto quindi non è solo la perdita di un genitore, ma contemporaneamente la perdita di una moglie o di un marito. Il contesto familiare è poi composto da altri parenti, costituenti una rete sociale, un'importante fonte di sostegno oppure un'ulteriore complicazione, (nel primo capitolo vedi i riferimenti sul sostegno sociale). I parenti, infatti, saranno alle prese con l'elaborazione del proprio lutto e a seconda del ruolo che hanno avuto all'interno della famiglia prima della perdita incideranno sulla quotidianità della nuova realtà.
Gli adulti attorno al bambino potrebbero essere assorbiti dalla loro sofferenza ed esprimere il loro dolore senza essere consapevoli dell'influenza che possono avere sui bambini. La gestione del dolore potrebbe essere talmente difficile da essere non emotivamente disponibili per il bambino. Una scusa, che gli adulti si danno per questa assenza, è che i piccoli non capiscono e non soffrono. Gli studi hanno evidenziato il contrario, ma bisogna essere sintonizzati sulla sua realtà e non assorbiti dalla propria per rendersene conto. Natalie, una bambina di 4 anni, vide suo padre, morto a causa di overdose, steso sul pavimento, quando aveva 3 anni. L'anno successivo, [sottolineatura mia] nel corso della terza seduta congiunta col genitore, Natalie interruppe improvvisamente il gioco e si stese sul pavimento con gli occhi chiusi mentre la madre stava descrivendo la scena della morte del marito. La madre di Natalie non si era accorta del comportamento della figlia. Il terapeuta si mosse verso la bimba e chiese alla madre: “Cosa pensa stia facendo?”. La madre rispose di non saperlo. Rivolgendosi sia alla madre che alla bambina il clinico disse: “Natalie, credo tu stia mostrando a tua madre e a me la scena di quando hai visto tuo padre steso sul pavimento”. Natalie rimase sdraiata per terra senza muoversi con gli occhi chiusi, ma annuì in maniera quasi impercettibile. La madre sussurrò tra sé e sé: “Lei ricorda” (Lieberman A.F.,2003, trad.it p.73).
I bambini reagiscono al lutto in relazione alla reazione di chi gli rimane accanto. Furman (1974) sostiene che molti aspetti della capacità del bambino di fronteggiare la morte di un genitore dipendono dal genitore in vita. Se un bambino vede il genitore disperarsi, urlare, piangere ininterrottamente per la morte del coniuge ed esordire con “cosa faremo senza di lui?”, il bambino sarà sommerso dalla disperazione, dalla paura e dal pensiero che tutto il suo mondo è crollato. Le normali paure delle fasi di sviluppo aumenteranno e saranno ingestibili, poiché il genitore in vita, sopraffatto dal dolore, non presta soccorso al figlio. Suttie (1935) sostiene che il bambino ricerca amore e usa la rabbia nel tentativo di attirare l'attenzione sulla sua sopravvivenza.
Credo si possa interpretare così la rabbia dei bambini in lutto, registrata anche dalla Anthony. La reazione di rabbia per la morte del genitore, dal quale si sentono abbandonati, rinvia alla paura di non poter sopravvivere, ma ancora di più la rabbia è funzionale alla ricerca dell'attenzione di chi, rimasto in vita, potrebbe aiutarli a crescere. Se anche il genitore in vita non assolve a questo compito la perdita è doppia. Una delle paure successive alla morte di un genitore è proprio quella di poter morire. La rabbia però diventa uno strumento del bambino per mostrarsi e sentirsi vivo, esserci. Non è certo l'elaborazione finale del lutto, ma permette al bambino di sopravvivere, di esprimersi e di mantenere un canale aperto sulla sua esistenza: la rabbia permette al bambino di non morire! Le difficoltà però si inaspriscono quando il genitore, alle prese con le proprie angosce luttuose, non interpreta in modo corretto gli atteggiamenti, i comportamenti e i sentimenti del figlio, e si crea così un ulteriore spaccatura nella loro relazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Affrontare la morte di un genitore con le fiabe
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Informazioni tesi
Autore: | Deborah Concas |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Franco Borgogno |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 136 |
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