Il D.I.U. e le operazioni di Peace-keeping nascita e sviluppo della materia
Le garanzie di applicazione del diritto umanitario
In base all'art. 1 comune alle CG e al I PA, tutti gli Stati parte assumono l'impegno di rispettare e far rispettare le convenzioni di diritto umanitario in ogni circostanza.
Dunque, da un lato esiste l'obbligo primario a carico delle parti in conflitto di rispettare le norme DIU; dall'altro, tutti gli Stati dovranno o potranno, secondo i casi, usare ogni mezzo lecito a loro disposizione per assicurare che le parti ad un conflitto armato rispettino gli obblighi imposti dal DIU.
Gli strumenti di diritto umanitario accolgono una nozione ampia di "garanzia": la definizione include infatti le misure preventive di attuazione delle norme del diritto umanitario; le misure di controllo dell'applicazione delle norme nel corso del conflitto; le misure che operano dopo l'eventuale violazione e che attivano i meccanismi di responsabilità internazionale degli Stati.
Le garanzie di applicazione del DIU sono dunque di tre tipi:
a) A carattere preventivo:
come già evidenziato, "le Alte Parti contraenti si impegnano a rispettare e a far rispettare la presente Convenzione in ogni circostanza" (art. 1 comune CG; art. 1 PA).
Ne deriva il Dovere di comportarsi in modo conforme alle norme DIU, nonché il Diritto di pretenderne il rispetto anche a fronte di violazioni altrui.
Di conseguenza gli Stati hanno l'obbligo di adattare il proprio diritto interno alle norme dettate dai trattati internazionali sul DIU; di diffondere il DIU nel più largo modo possibile in tempo di pace e di guerra e includerne lo studio nei programmi di istruzione militare e civile; infine renderne noti i suoi principi alla popolazione, FFAA, personale sanitario, cappellani.
b) A carattere di controllo:
i controlli sono previsti per tutta la durata del conflitto e permettono di verificare costantemente il rispetto delle disposizioni del diritto umanitario attraverso un autocontrollo da parte degli Stati, mediante la legislazione nazionale, gli ordini e le istruzioni, atti ad assicurare il rispetto del DIU e la sorveglianza dell'esecuzione; nonché la responsabilità dei comandanti.
L'art 87 del I PA obbliga le parti contraenti e quelle in conflitto ad esigere che i comandanti militari, per quanto riguarda i membri delle forze armate posti sotto il loro comando e le altre persone poste sotto la loro autorità, impediscano che siano commesse infrazioni alle CG e al Protocollo e, all'occorrenza, le reprimano e le denuncino alle autorità competenti.
Inoltre, i comandanti - secondo il rispettivo livello di responsabilità - debbono assicurarsi che i membri delle forze armate, posti sotto il proprio comando, conoscano i doveri che loro incombono in virtù delle CG e del Protocollo.
Ogni comandante venuto a conoscenza del fatto che i suoi dipendenti o altre persone poste sotto la sua autorità stiano per commettere o hanno commesso una infrazione alle CG o al Protocollo deve adottare le misure necessarie per impedire tali infrazioni e, quando occorra, promuovere un'azione disciplinare o penale contro gli autori delle violazioni.
Un altro tipo di controllo, definito controllo esterno, può essere effettuato mediante l'intervento delle Potenze protettrici o dei loro sostituti.
E per "Potenza protettrice" si intende uno Stato neutrale o un altro Stato non parte nel conflitto che, designato da una parte in conflitto e accettato dalla parte avversaria, sia disposto a esercitare le funzioni previste dal diritto internazionale e che consistono essenzialmente nel tutelare gli interessi della parte belligerante che lo ha nominato: le Convenzioni ed i Protocolli devono infatti essere applicati dalle parti in conflitto con la cooperazione e sotto il controllo delle potenze protettrici.
Tuttavia è doveroso sottolineare che tale sistema, dopo il 1949, non ha funzionato in modo soddisfacente. Nell'ipotesi in cui non opera tale sistema, il CICR (Comitato Internazionale di Croce Rossa), in qualità di ente esponenziale degli interessi umanitari tutelati, può attivarsi come "sostituto" della potenza protettrice per controllare il rispetto del DIU.
Il CICR opera attraverso le Commissioni di accertamento dei fatti, le quali possono essere costituite ad hoc, cioè per il singolo caso concreto, oppure avere carattere permanente.
Tuttavia di tali commissioni non è mai stato fatto uso nei termini previsti dalle CG.
c) A carattere sanzionatorio: le sanzioni trovano espressione nell'obbligo imposto alle parti in conflitto di prevenire e far cessare le violazioni del DIU.
Esse si traducono in:
- obbligo di repressione, da parte dei tribunali nazionali, delle infrazioni gravi considerate crimini di guerra;
- responsabilità penale e disciplinare dei superiori e dovere dei comandanti militari di reprimere e di denunciare le infrazioni;
- cooperazione giudiziaria tra gli Stati in materia penale;
- istituzione di tribunali internazionali ad hoc (Tribunale di Norimberga per i criminali nazisti; Tribunale di Tokyo per i crimini commessi in Estremo Oriente dall'esercito imperiale nipponico; Tribunale per la ex Jugoslavia; Tribunale per il Rwanda; Corte speciale per la Sierra Leone) o permanenti (Corte Penale Internazionale).
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Il D.I.U. e le operazioni di Peace-keeping nascita e sviluppo della materia
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Informazioni tesi
Autore: | GUERRINO Perna |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master II livello Scienze Diplomatiche e Consolari |
Anno: | 2011 |
Docente/Relatore: | Andrea Cruciani |
Istituito da: | Università di Castel Sant’Angelo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 25 |
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