Le attività artigianali di Capitanata dal Decennio Francese all'Unità

Per condurre questa ricerca riguardante le attività artigianali diffuse in Capitanata nel periodo compreso tra il Decennio Francese (1806 – 1815) e l’Unità (1861) sono stati utilizzati alcuni documenti fondamentali. Indispensabile risulta la classificazione delle arti e dei mestieri stabilita nella tariffa annessa al cosiddetto diritto di patente, uno dei capisaldi della riforma fiscale attuata dai napoleonidi, Giuseppe Bonaparte (1806 – 1808) e Gioacchino Murat (1808 – 1815), durante il Decennio Francese126. Tale riforma, abolendo il vecchio ordinamento carolino basato sul testatico e sul focatico e ponendo fine ad altre numerosi tributi, ebbe come risultato un sistema articolato su tre imposte (fondiaria, personale e patente) ed un regime fiscale uniforme per tutto il regno, con caratteristiche di proporzionalità. Tutti i privilegi della proprietà feudale ed ecclesiastica furono cancellati e si giunse finalmente all’uguaglianza dei cittadini nei confronti del fisco. L’imposta fondiaria, istituita con i decreti dell’8 agosto e dell’8 novembre 1806, sottoponeva a tassazione proporzionale tutte le proprietà immobiliari e, fino al 1809, anche le rendite superiori ai 100 ducati derivanti da attività commerciali e da «animali di industria». Dal 1810 in poi i profitti ricavati dal commercio furono esentati dalla fondiaria e sottoposti all’imposta di patente. Il gettito della fondiaria proveniva quasi esclusivamente dagli edifici e dai terreni.