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Le due zeta: Zappa e Zorn
Un parallelo è emerso più volte, più o meno esplicitamente, nel corso di questa trattazione: quello tra Zorn e Frank Zappa. Zappa è l’unico musicista (compositore e performer) la cui opera è paragonabile per natura, qualità e quantità a quella di Zorn. Entrambi si posizionano a cavallo di mondi musicali diversi (popular, colta e jazz), pur rivendicando sempre la loro natura di compositori ‘costretti’ ad imbracciare uno strumento (sax per Zorn, chitarra per Zappa) e muoversi in contesti diversi da quelli classico-accademici per poter vedere eseguite le proprie musiche (la scena free impro per Zorn; la scena freak-rock per Zappa); entrambi sono di formazione sostanzialmente autodidatta, entrambi si possono collocare nel filone degli ‘irregolari americani’, entrambi sono ormai riconosciuti come compositori anche dall’establishment culturale; entrambi sono intestatari di una discografia immensa e fortemente progettuale. Non è un caso insomma se molti tra quelli che si sono interessati a Zappa si sono trovati prima o poi a confrontarsi con Zorn.
Come e prima di Zorn, Zappa ha esplorato tutti i mondi (pop, rock e sottolinguaggi popular, jazz, classica-contemporanea, musica elettronica) e i formati musicali (gruppo rock, combo jazz, orchestra jazz, orchestra classica, ensemble da camera, computer) possibili, ma il loro eclettismo è nettamente diverso, anzi diametralmente opposto. L’eclettismo di Zappa scavalca le pratiche della contaminazione, arrivando ad vera fusione di elementi in un unico coerente corpo musicale; è un eclettismo di sintesi, e musicalmente molto personale, nel senso di immediatamente riconoscibile attraverso tutta una serie di marche specifiche presenti a tutti i livelli del dato musicale: melodia (gli zoppicanti ‘motivetti’ zappiani), ritmo (l’uso di metri composti o di raggruppamenti irregolari anche in presenza di metro pari, si veda The Black Page), timbro (l’uso della marimba). Profondamente diversa pure la natura progettuale e l’applicazione dell’idea varesiana di organized sound: nel suo collagismo Zappa sembra sempre puntare al risultato finale, mentre Zorn (più ‘modernamente’; con riferimento al Dada, a Cage) sembra porre una maggiore enfasi sulle idee e sui procedimenti utilizzati per raggiungere quel dato risultato.
Zappa poi è pienamente post-moderno, nel senso che la sua musica va oltre il modernismo, inglobandolo (come Zorn, anche Zappa cita sempre tra i suoi primi amori e più grandi riferimenti alcuni esponenti della Neue Musik e alcuni american mavericks: Stravinsky, Webern, Boulez, Varèse, Ives, Nancarrow), facendone uno dei suoi tanti riferimenti, proponendosi sì come gioco meta-linguistico e sperimentale ma comunque fruibile secondo diversi livelli di competenza. Postmodernissimo il suo definire la propria musica sempre e solo come «just entertainment», orientata principalmente al divertimento, di contro alla insistita sottolineatura da parte di Zorn del carattere artistico e specificamente avanguardistico della propria musica. Alla luce di queste opposte ideologie di fondo, va letta anche la pratica dell’auto-parodia, presente in Zappa (si veda King Kong in Uncle Meat), ma non in Zorn, le cui musiche pure spesso hanno se non esplicitamente un intento parodico sicuramente un effetto di senso parodico (Naked City). Zorn conosceva e apprezzava l’opera di Zappa, un «musicista brillante, capace di creare un mondo unico», soprattutto i suoi primi lavori «specialmente fino a Hot Rats» (cfr. Zorn 2010), e cioè il corpus di quello che è stato definito il teatro musicale dei Mothers of Invention. Non è dato sapere se e quanto Zappa conoscesse la musica di Zorn.
Questi sono semplici spunti di massima; mentre sarebbe interessante procedere a puntuali analisi sinottiche, ad esempio un confronto tra il citazionismo e il collagismo in Zappa (Brown Shoes Don’t Make It) e in Zorn (Naked City), o studi di carattere sociologico-culturale, ad esempio un’analisi dei profili di Zappa e Zorn e dell’incidenza di questi sulla loro produzione musicale: Zappa italoamericano ateo formatosi nella suburbia meticcia losangelina, Zorn ebreo formatosi nella New York arty dei loft.
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriele Marino |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Informatica per la comunicazione del patrimonio culturale |
Relatore: | Ivano Cavallini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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