Il mondiale di baseball in Italia: l'evento come traino di una pratica sportiva emergente

Se per verificare l’aumento di seguito bisognerà aspettare l’inizio del campionato, previsto nel mese di Aprile, subito si può parlare dell’aspetto più importante che, grazie al mondiale, migliorerà di molto i nostri campionati e la realtà del baseball in Italia: gli impianti. L’Italia ha organizzato tre edizioni del Mondiale di baseball, nel 1978, ’88 e ’98 più questa del 2009 in collaborazione con altri sei paesi dell’Unione Europea che però hanno avuto un ruolo marginale. La differenza, a livello organizzativo, con i precedenti appuntamenti è stata abissale. Ibaf e Mlb hanno fissato per questa edizione rigidissimi standard da rispettare, che in parte rappresentavano anche novità assolute. Questo perché si è voluto improntare tutto con l’ottica del professionismo, legata alla partecipazione di tanti giocatori sotto contratto con la Major League Baseball. La grande sfida, vinta dalla Federazione Italiana e dal Comitato Organizzatore, è stata quella di presentarsi alla manifestazione con così tante sedi, ben 16, e con l’obiettivo di rimettere a nuovo altrettanti impianti facendo si che rispondessero ai massimi standard internazionali per poi lasciarli in dote al nostro campionato. Ovviamente le cose sarebbero state molto più facili e meno rischiose se si fosse deciso di organizzare la manifestazione in un numero minore di città già “collaudate” ma l’eredità che si sarebbe lasciata al movimento sarebbe stata di molto inferiore all’attuale. Il Mondiale deve servire come traino per il baseball in Italia, la manifestazione in sé è stata molto importante ma ancor di più lo saranno i risultati che questa disciplina riuscirà a raggiungere nel nostro paese proprio grazie all’aver organizzato questo grande evento.l percorso che ha portato le sedici città protagoniste delle fasi italiane a questo salto di qualità richiesto è stato pieno di difficoltà.