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Giovani donne partenopee fra tradizione ed innovazione

Le donne nella società

L’autoaffermazione delle donne, tutte le loro lotte per modificare le leggi ed eliminare le disuguaglianze, evidenziano la dimensione conflittuale tra uomo e donna. Un conflitto che sfocia nel dominio dell’uomo sulla donna presente ieri ed in parte, sotto nuove forme, ancora oggi. Le donne ponendosi obiettivi positivi, non si limitano a quelli negativi del conflitto contro l’uomo; dalle interviste fatte da Touraine si evidenzia, inoltre, che quando emerge un giudizio negativo sull’uomo spesso è accompagnato da una riserva ad esempio: “non dico questo pensando a me, perché il mio compagno, al contrario, è molto attento ai miei desideri”. Non esiste, quindi, una lotta fra i sessi. Vi è il delinearsi di due visioni contrastanti del mondo: gli uomini hanno creato una società fortemente polarizzata tra categorie superiori e categorie inferiori, mentre le donne vogliono ricomporre in un insieme gli elementi che sono stati, per lungo tempo, separati.

Questa contrapposizione culturale e sociale non può esser letta in termini di lotta di classe; anche se è facile dire che la donna è il proletario dell’uomo; ma chi può credere che le relazioni amorose, familiari sono solo una maschera che nasconde una guerra tra i sessi? Le donne sono consapevoli del fatto che il loro destino personale e collettivo si gioca nella vita privata. Nel corso della ricerca, durante le interviste e le discussioni dei gruppi, le donne hanno parlato relativamente poco degli uomini, del rapporto di coppia, questo perché esse sono impegnate in un processo di autoaffermazione più che in un confronto con gli uomini. Le donne sembrano instaurare un tipo di società la cui più grande novità consiste nel fatto di esser passate da un ruolo passivo a quello, più attivo, di produttrici di un’organizzazione sociale, di rappresentazioni culturali, di ideologie.

Le donne mirano a trasformare la società modificando cosi, insieme alla propria condizione, anche la condizione maschile, questo nonostante molti uomini tendono a rinchiudersi in una posizione aggressiva “più difensiva che conquistatrice” (cfr. A. Touraine, 2006, p.107). Come abbiamo visto, le donne che cercano di liberarsi dal dominio maschile, non si rivolgono agli uomini come nemici; ciò che pesa alle donne è, infatti, il modello di organizzazione della società più che le relazioni dirette con gli uomini. Il vero nemico delle donne è rappresentato da due categorie sociali: i politici ed i professionisti della comunicazione. L’ostilità verso la politica si fonda, innanzitutto, sulla scarsa rappresentanza femminile nel governo; un secondo elemento d’astio ha a che fare con il modello di modernizzazione occidentale, il quale si è basato su un’estrema polarizzazione che riconosceva poteri e capacità di intervento ad un’élite dirigente, un’élite chiaramente maschile, tutte le altre categorie vivevano una posizione di inferiorità. Queste donne, semplicemente, non credono nell’efficacia dell’azione politica.

L’ostilità verso i professionisti della comunicazione, ed in particolare contro i pubblicitari, nasce dalla trasformazione, da parte di questi ultimi, delle donne in oggetti sessuali. Certo non è facile sostenere un’accusa simile, le donne incontrano difficoltà a tracciare un confine tra quello che le aiuta a scegliere e ciò che fa di loro un oggetto sessuale. Il concetto di seduzione è stato decisamente respinto dalle donne poiché implica una forma di dominio da parte dell’uomo. Allo stesso tempo, però, la cura del proprio corpo viene considerata necessaria, ogni donna può decidere quale dev’essere il proprio aspetto e l’uso che vuole fare del proprio corpo; allora come si può distinguere la cura personale dalla seduzione? Questa domanda ha imbarazzato tutte le donne intervistate da Touraine, non ottenendo alcuna risposta chiara, le più elaborate sono state: “la seduzione va bene quando è un gioco nel quale mantengo io l’iniziativa”, “innanzitutto, non mi riconosco nelle donne che si vedono sui cartelloni; le loro gambe non sono come le mie ecc.”.
Sono molte le immagini e le canzoni che mostrano una donna carica di sessualità; la donna si sente derubata della propria sessualità e del proprio corpo.

Le donne si sono sollevate contro il potere maschile e le sue istituzioni per trasformare la società e creare nuove libertà. Esse possono definirsi “attrici di una trasformazione del campo culturale” (Cfr. A. Touraine, 2016, p.128). Secondo il sociologo, il movimento delle donne e il postfemminismo non possono essere accomunati con i movimenti sociali che hanno segnato la nostra storia. La ricerca di Touraine, arrivati a questo punto, mette in luce due elementi fondamentali: l’autoaffermazione delle donne e l’assenza di un movimento sociale di queste ultime. Le donne vogliono sentirsi libere nella loro vita personale, ciò non implica alcuna mobilitazione collettiva, al contrario di quanto avvenuto qualche decennio fa, quando fu necessaria una mobilitazione per ottenere leggi ed emancipazione femminile. Le donne di oggi non sono solo le fortunate eredi di ciò che ha conquistato la generazione precedente, nelle loro interviste, si sente una diversa consapevolezza, stanno inventando un mondo nuovo, una nuova società, una consapevolezza di essere protagoniste dell’innovazione a differenza degli uomini, ancora prigionieri di vecchi modelli di vita e di pensiero. Queste donne riconoscono grande importanza ai problemi culturali riguardanti la sfera personale, le relazioni interpersonali ecc.

Le dichiarazioni delle donne che hanno preso parte alla ricerca di Touraine esprimono un pensiero secondo il quale, è stato il dominio subito che ha reso le donne esseri inferiori, privi di ragione e soggettività; ecco perché è d’obbligo, ad oggi, parlare della costruzione di una società di donne che si sostituisce, a poco a poco, alla società degli uomini, ovvero una società ove le donne occupavano una posizione d’inferiorità, pur svolgendo ruoli importantissimi, come la riproduzione della vita. È da chiarire, però, che le donne non intendono costruire una società di donne ritenuta più dolce e ricca di affettività, da nessuna parte emergono queste dichiarazioni, le donne, in realtà, vogliono creare un nuovo tipo di cultura, una cultura che dev’esser condivisa da tutti, uomini e donne, esse considerano la contrapposizione uomo-donna come creazione dell’ordine sociale maschile.

La trasformazione culturale delle donne mira, quindi, alla cancellazione di tale opposizione, eliminando, così, ogni tipo di gerarchia all’interno della società. Mentre avanza la globalizzazione economica che va a conciliarsi con una grande varietà di culture, si va sempre più definendo una barriera tra paesi che sono disposti a mettere in discussione la condizione delle donne tradizionale, accettando l’ingresso di queste sulla scena pubblica e quelli chele obbligano in una condizione di dipendenza e di inferiorità. Nei paesi occidentali, come già detto, il femminismo ha avuto un ruolo sempre più importante nella vita pubblica, distruggendo, via via, tutti gli aspetti istituzionali dell’antico statuto delle donne anche se non tutte le disuguaglianze tra i generi sono del tutto scomparse. Alcune religioni costituiscono il principale ostacolo per l’emancipazione femminile. Nei paesi di tradizione cattolica, le critiche più forti rivolte alla chiesa riguardano il divieto di accedere al sacerdozio per le donne, l’opposizione nei confronti della contraccezione e l’intervento censorio in numerosi aspetti della vita della donna. Le credenze religiose, quindi, molto spesso, sono fondate su una profonda diffidenza verso le donne.

L’idea centrale esposta dal libro di Touraine è che il dominio maschile viene esercitato sul piano della sessualità, così come nella società industriale il dominio di classe si esprimeva nel potere che i padroni esercitavano sugli operai. Il movimento femminista ha creato le condizioni ideali per la costruzione della donna in quanto soggetto, obiettivo principale appartenente alla generazione attuale delle donne è, quindi, l’autocostruzione. Il post-femminismo attuale tende a ridare priorità alla vita personale, a fronte di una sfera politica sempre più lontana dall’esperienza vissuta. Touraine non afferma che la società odierna sia una società dominata dalle donne, al contrario, prende le distanze da tutto ciò che può ricondurre ad una femminilizzazione della società. Egli ritiene, inoltre, che l’opposizione uomo donna non è possibile scompaia, al contrario vi è stato un costruirsi di associazioni per la difesa e la libertà d’espressione di categorie, differenziate tra loro per scelte sessuali; ecco perché ad oggi si parla, oltre che alle categorie uomo e donna, di LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Touraine ha, invece, difeso l’idea un rafforzamento dell’identità femminile poiché le donne sono, ad oggi, le principali attrici della trasformazione sociale.

Delicata è l’interpretazione del ruolo che svolgono la liberazione sessuale e l’ingresso nella vita professionale nel processo di costruzione del sé della donna. Le partecipanti alla ricerca di Touraine danno una netta priorità alla sessualità rispetto alla professione. L’ascolto di donne di diverse origini ha fornito una comune idea di priorità al rapporto con il proprio corpo, alla sessualità e alla famiglia piuttosto che alla sfera lavorativa e, dunque, all’impiego, la cui importanza non è stata, tuttavia, mai negata. Le donne cercano, dunque, un’indipendenza economica, un’uguaglianza giuridica oltre che una libertà sessuale.
“Esiste migliore immagine del soggetto di quella della donna libera, istruita, indipendente e agente in funzione delle proprie preferenze personali invece che delle esigenze della famiglia e della comunità?” (Cfr. A. Touraine, 2006, p.213). Ma questa donna emancipata potrebbe anche rivelarsi il contrario di un soggetto. Ella, infatti, potrebbe essere ridotta ad un insieme di ruoli professionali o a mero oggetto di consumo sessuale.

La questione della differenza è al centro del movimento femminista, ma Touraine vuole spingersi anche oltre il tema della diversità. I risultati della sua ricerca e l’interpretazione che il sociologo ne propone non portano ad una rivendicazione dell’uguaglianza, ma non si limitano neppure ad una difesa delle differenze. Esse rivolgono una critica nei confronti di quei discorsi differenzialisti che mettono a rischio la creazione di una visione d’insieme della società nella quale differenze e conflitti trovano posto. I risultati della ricerca di Touraine permettono di affermare che le donne della generazione post-femminista non hanno obiettivi inferiori rispetto a quelli delle loro madri, ma danno alla società, nella quale vivono, un nuovo orientamento culturale.

L’idea di soggetto ci fa entrare in un ordine di pensiero nel quale l’essere umano diviene il fine di se stesso invece di mobilitarsi solo per ottenere più denaro, potere o qualsiasi altro genere di bene materiale o simbolico. La natura dei risultati della ricerca di Touraine non permette l’espressione di giudizi universali; in compenso, decanta l’importanza dei comportamenti positivi, innovatori di queste donne, che spesso sono descritte semplicemente come vittime. Le interviste realizzate dall’equipe di Touraine, non essendo legate ad alcun contesto locale sociale o politico, hanno messo in luce una coscienza di sé definita in termini generali.

Quindi, per il sociologo il posto centrale nella società odierna è occupato dalle donne, perché essendo state, più di altri, vittime della polarizzazione della società, che ha accumulato il potere nelle mani di un’élite costituita da uomini, esse sono state considerate come non attori, private, quindi, di ogni soggettività. Questo fa delle donne le attrici più importanti che agiscono non mediante un movimento sociale ma con un movimento culturale. Due sono le ipotesi presentate da Touraine.
La prima è che le donne non sono soltanto vittime del nostro tipo di società ma sono, soprattutto, attrici che affermano il proprio sé con un vigore difficilmente riscontrabile in altre categorie sociali. La seconda ipotesi è che le donne stesse sono consapevoli del ruolo che assumono, ritenendolo necessario per il rovesciamento sociale che sta trasformando la società odierna, caratterizzata dall’accumulazione delle risorse nelle mani di pochi ad un altro tipo di società, che cerca di sostituire alle scelte maschiliste dell’epoca precedente la ricerca di soluzioni che suscitano reazioni ambivalenti, ricucendo così antiche lacerazioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Giovani donne partenopee fra tradizione ed innovazione

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Informazioni tesi

  Autore: Jessica Coppola
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Sociologia
  Relatore: Amalia  Caputo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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