La pubblicità televisiva delle origini: un confronto tra Inghilterra e Italia

La donna da sempre veniva considerata l’angelo del focolare e, nel periodo precedente alla guerra, infatti restava per lo più in famiglia, o al massimo sbrigando qualche lavoro temporaneo che poi veniva prontamente abbandonato al momento del matrimonio, per badare alla casa e ai figli.

Oltre a questo, all’interno della società essa aveva un ruolo subordinato e inferiore al maschio. Questa situazione iniziò a cambiare proprio in questi anni, ma si trattava dei primi passi in un lungo cammino forse non ancora concluso tutt’oggi.

La disponibilità economica e il nuovo pensiero disinibito spinsero molte donne, specialmente giovani, a proseguire gli studi o a lavorare per conto proprio, senza necessariamente abbandonare il tutto al momento del matrimonio, per il quale l’età in genere si posticipava.

In Inghilterra uno sceneggiato della BBC, “Up the Junction”, descriveva la vita delle donne lavoratrici in fabbrica, femmine intraprendenti che trattavano gli uomini come oggetti di piacere; in Italia il mensile ABC fu fianco a fianco con le attiviste femministe durante la campagna contro l’abolizione del divorzio del 1966.

Le donne insomma avevano finalmente voce, e si iniziò quindi anche a parlare di argomenti fino ad allora tabù, come la vita matrimoniale: “by his decision we stopped sexual relations for two years: without reason he had decided to neglect me, but I am young and have the right to a normal life, so I have a lover” o “for me it was always
an unpleasant duty67”, e il fatto che a dirlo fossero rispettivamente una giovane siciliana e una casalinga milanese di 64 anni, è davvero emblematico dei tempi che cambiano.

Queste erano le prime avvisaglie di quel pensiero che negli anni successivi si sarebbe andato a consolidare nei movimenti femministi, nati sull’onda delle manifestazioni operaie e studentesche di fine decennio.