Il Coaching per migliorare la qualità di Performance negli Atleti
Le dinamiche dell'atleta: mente conscia e inconscia
L'allenamento mentale nasce dalla consapevolezza che l'allenamento tecnico e la preparazione fisica non sono sufficienti per raggiungere determinati risultati, ciò che aumenta la qualità della prestazione, a volte fino al 50% in più, è la Mente. Secondo Sgarbi (2003), la consapevolezza di possedere numerose risorse in grado di sostenerci, e la gestione strategica di esse, sono in grado di farci raggiungere risultati straordinari.
La mente può essere un acceleratore di risultati o un freno a seconda di come viene utilizzata, e per far si che la mente funzioni da acceleratore è necessario che essa sia allineata con il corpo, le emozioni e lo spirito, affinché tutti insieme convergano in un'unica direzione, afferma Sgarbi (2003).
Durante il suo lavoro da allenatore Gallwey (1974) notò come spesso i giocatori in campo parlino da soli, ora ordinandosi cosa fare, ora giudicandosi, portandolo di fatto a rendersi conto che i giocatori della "partita interiore" sono due, che egli definisce il sè1 e il sè2.
Il sè1 è la Mente Conscia, quella parte razionale di noi realistica ed obiettiva che valuta, decide, critica, giudica e talvolta incolpa. Il sè2 invece è la Mente Inconscia, la parte istintiva di noi che "sente e prova" emozioni ed agisce ad un livello più profondo secondo convinzioni ed associazioni (Sgarbi, 2003). Secondo Bandler (2008), la Mente Inconscia non prende decisioni ma possiede un enorme archivio di "ricordi e memorie" a lungo termine, dal quale è possibile prendere "le risposte" ai "comandi" della Mente Conscia. Questo significa che tutte le esperienze motorie, comprese le gare e gli allenamenti, sono registrate nella nostra Mente Inconscia con le nostre emozioni. Ora facendo un passo indietro all'episodio sportivo di R. Baggio e L. Bernardi descritto nell'introduzione della tesi, ciò che ha determinato la riuscita o meno del gesto tecnico è stata la Mente Inconscia che, nel primo caso ha agito da freno mancando di congruenza tra convinzione e azione, e nel secondo, ha spinto sull'acceleratore ottenendo il risultato desiderato.
Per risolvere il gap dato dall'incoerenza tra Conscio ed Inconscio, lo sport coaching affonda le sue radici nell'allenamento, per ampliare qualitativamente l'archivio dell'inconscio e renderlo accessibile al momento del bisogno (Sgarbi, 2003). L'allenamento è il momento in cui razionalmente proviamo, osserviamo, studiamo e facciamo esperienza su quale sia il movimento più consono da applicare per compiere correttamente quel gesto tecnico. Ma solo la meticolosa ripetizione di quest'ultimo, crea la memoria motoria e l'automatismo del gesto, fornendo i "file" per la mente inconscia. Per cui, più l'atleta sperimenta un'esperienza positiva, più trae beneficio psicologico dalla sua riuscita, sviluppando ed incrementando la fiducia, la sicurezza, la determinazione ecc.. indispensabili per creare ulteriori riferimenti (emotivi) per la mente, da richiamare all'occorrenza. Assodato il concetto di "cosa" fare per ampliare il bagaglio delle esperienze potenzianti, passiamo ad analizzare "come" fare per richiamare dalla mente inconscia i file immagazzinati (Sgarbi, 2003).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il Coaching per migliorare la qualità di Performance negli Atleti
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Informazioni tesi
Autore: | Rosalba Di Corato |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università Telematica Pegaso |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Management dello Sport e delle Attività Motorie |
Relatore: | Giovanna Cerotto Mazza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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