La dispersione scolastica. Analisi del fenomeno nella città di Rossano
Le differenze sociali che portano ad abbandonare la scuola
Dopo aver analizzato nel dettaglio le varie cause della dispersione scolastica è opportuno analizzare di alcune teorie che sono state individuate e che cercano di spiegare il perché i figli delle classi sociali più basse hanno maggiore
difficoltà nell'ambito scolastico con una percentuale più alta di insuccesso scolastico e di abbandono.
Le teorie riconosciute sono tre:
- la teoria della deprivazione culturale, parte dal presupposto che esiste una capacità differente tra gli eredi delle varie classi sociali, cioè le capacità intellettuali sono trasmissibili per via genetica e quindi, i figli dei ceti sociali più alti sono più intelligenti rispetto ai ragazzi appartenenti a ceti sociali bassi. Su questa teoria sono state mosse una serie di critiche teoriche che evidenziano la non connessione tra quoziente intellettivo e successo scolastico e professionale e sono state individuate due versioni. La prima afferma che "le basse prestazioni didattiche degli studenti provenienti da una bassa estrazione sociale sono prodotte dal tipo di capitale umano in loro possesso".L'altra è determinata dal codice linguistico conosciuto e utilizzato, nel senso che studenti provenienti da famiglie di classe medie e superiori conoscono un linguaggio molto più articolato, ma soprattutto trasmettono ai loro figli determinate capacità che permettono loro di rispondere anticipatamente alle richieste della scuola e degli insegnanti.
- la teoria della centralità dell'insegnante è basata sulla concezione che gli insegnanti provengono e posseggono anche una cultura di classe media, quindi tendono a considerare come inadatti alla scuola cioè"socialmente impropri gli ordinamenti valoriali, i modelli di condotta e gli stili cognitivi" gli studenti provenienti da una classe sociale bassa. Gli studiosi che hanno analizzato questa teoria hanno messo in luce come questo giudizio negativo nei confronti degli studenti appartenenti a ceti sociali bassi sia in effetti fondato. Questa teoria lega moltissimo con la teoria della deprivazione scolastica, perché il lavoro svolto dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici spesso riproduce, nella scuola, le disuguaglianze sociali.
- la teoria della scelta razionale, spiega che i discendenti delle classi inferiori partono da livelli scolastici più ristretti rispetto ai figli delle classi più agiate. Andare a scuola implica dei costi per le famiglie, soprattutto nell'istruzione post-obbligatoria.
Proprio per questa ragione l'amministrazione pubblica sostiene tutti quegli studenti che si trovano maggiormente in difficoltà economica con degli aiuti dati sotto forma di sussidi.
Questi sussidi però vengono erogati a tutti quegli studenti che hanno un profitto scolastico buono, quindi le famiglie delle classi inferiori mirano a fare una scelta razionale e logica nel decidere l'istituto più idoneo, perché non sanno fino a quando il figlio riuscirà a beneficiare dei vari sussidi. In parole povere, famiglie meno agiate tendono a indirizzare i proprio figli verso istituti tecnici o professionali con l'obiettivo di mantenere la stabilità della posizione sociale o comunque di mirare alla mobilità sociale. Al contrario, le famiglie della classe media e alta orientano i propri figli verso i licei e successivamente a continuare il percorso universitario per garantire loro la stessa posizione sociale che occupano i genitori.
Secondo molti sociologi, queste disparità sono causate sia dalle disuguaglianze assolute che da quelle relative di istruzione. Secondo la disuguaglianza assoluta, la disparità è generata dalla posizione occupata dai propri discendenti nella stratificazione per livello di istruzione, fissata dai meccanismi che operano sui tassi di partecipazione scolastica e cioè dall'organizzazione del sistema scolastico, dalle politiche per il diritto allo studio e dalla domanda di forza lavoro. Invece secondo la disuguaglianza relativa l'istruzione è fissata da una condizione di favore o sfavore di ordine materiale o immateriale derivata dall'essere nati in una data classe sociale piuttosto che in un'altra.
Alla luce di tutto ciò, si può affermare che il fallimento scolastico di uno studente è determinato dall'appartenenza ad una classe sociale bassa, rispetto a classi sociali più alte. Appartenere ad una classe sociale bassa significa avere anche maggiori problemi di natura economica, e quindi per una famiglia " povera" sarà più difficile mandare e mantenere il proprio figlio a scuola. Dunque, diventa importante per queste famiglie fare la scelta più idonea della scuola da far frequentare al proprio figlio sia per le scarse possibilità economiche ma anche intellettuali del ragazzo e sia per i costi maggiori che si affrontano, senza però trarne dei risultati positivi.
Il ragazzo di bassa estrazione sociale avverte che c'è una differenza fra se e gli altri, perché viene sempre additato come una persona che non avrà mai successo nell'ambito scolastico e neanche in quello professionale. Nella maggior parte dei casi è lasciato a se stesso, soprattutto quando gli insegnati non vedono la partecipazione attiva della famiglia che, spesso e volentieri, non interviene perché non riesce a capire la gravità della situazione.
Le origini sociali vanno, dunque, a creare una vera e propria selezione data sia dalle maggiori risorse che si hanno a disposizione ma anche da tutto ciò che famiglia d'origine trasmette ai proprio figli. Le disuguaglianze sociali sono delle realtà che ancora oggi esistono e si riproducono soprattutto nelle scuole, infatti la posizione sociale di un individuo è determinata dall'occupazione svolta e quindi, ad un livello di scolarità più elevato corrisponde un livello di competenze professionali più influenti e soddisfacenti.
Il ragazzo, quindi, non vedendo altra soluzione si auto convince che la soluzione migliore sia senza dubbio lasciare la scuola.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La dispersione scolastica. Analisi del fenomeno nella città di Rossano
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Informazioni tesi
Autore: | Rossella Iozzolino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Giorgio Marcello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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