La valutazione della resistenza nel calciatore dilettante: confronto fra due test da campo
Le differenze in base al ruolo di gioco
Come è stato detto in precedenza, le attività compiute da un calciatore durante un incontro sono influenzate da vari fattori; tra questi è stato menzionato il ruolo che un giocatore occupa in campo.
Diversi studi, ad esempio, hanno dimostrato che i centrocampisti, durante una partita, percorrono una distanza maggiore rispetto ai giocatori che occupano altri ruoli. Tale differenza è dovuta al fatto che i centrocampisti percorrono maggiori distanze mediante jogging e corsa a bassa intensità, mentre, nei diversi studi condotti, non è stata rilevata differenza tra i ruoli nella corsa ad alta intensità. La maggior distanza coperta dai centrocampisti è probabilmente dovuta sia ad un più alto livello di condizione fisica, che alle richieste tattiche del loro ruolo che li erge a collegamento tra i difensori e gli attaccanti, portandoli, così, a totalizzare più corsa prolungata. (Bangsbo, 1993).
Reilly e Thomas, hanno misurato, in uno studio condotto su calciatori inglesi, una frequenza di salto maggiore nei difensori centrali (20.4 a partita) e nelle punte (19.6) rispetto a terzini e centrocampisti (Bangsbo, 1993). Altri studi condotti su calciatori danesi hanno mostrato, poi, che gli attaccanti effettuano dei colpi di testa con una frequenza media maggiore rispetto a quella fatta registrare da centrocampisti e difensori.
Un ruolo particolare è quello ricoperto dal portiere; egli, infatti, svolge un tipo di attività molto diversa rispetto ai giocatori che occupano altri ruoli. Il portiere è chiamato in causa in brevi frangenti di partita, spesso con attività di alta intensità che richiedono elevate espressioni di potenza. Queste fasi si alternano a lunghi periodi di riposo, tipici delle situazioni in cui la palla staziona nella metà campo avversaria. I già citati Reilly e Thomas dimostrarono che un portiere, preso in esame durante un incontro, percorse una distanza pari a circa 4 km, dei quali 409 m in possesso di palla (quantità paradossalmente superiore a quella degli altri giocatori di ruolo, dovuta al fatto che il portiere con il pallone tra le mani non può essere disturbato e quindi mantiene per più tempo il possesso della palla). Tale portiere, inoltre, effettuò 7 sprint, 59 rinvii e 8 lanci fuori area nel corso dell incontro (Bangsbo, 1993).
Nel 1992, tuttavia, è stata introdotta una regola che afferma: In qualsiasi occasione un giocatore passi deliberatamente la palla al proprio portiere con i piedi, quest’ ultimo non potrà toccarla con le mani . Da quel momento il coinvolgimento del portiere è stato ulteriormente ridotto come hanno dimostrato alcuni studi, soprattutto per quanto riguarda il tempo in cui egli è in possesso del pallone.
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La valutazione della resistenza nel calciatore dilettante: confronto fra due test da campo
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Paravano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Scienze delle attività motorie e sportive |
Relatore: | Guglielmo Antonutto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 61 |
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